Alcara li Fusi

Adagiato su di un colle roccioso alle pendici della dolomitica catena montuosa delle Rocche del Crasto nella vallata del torrente Rosmarino, sorge Alcara Li Fusi. Di origini antiche, le sue radici sembrano intrecciarsi al periodo della distribuzione dell’antica città di Troia in Grecia da cui, secondo una leggenda, discende un certo Patrone Turio.

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Lago Maullazzo, Alcara li Fusi
Agostino Artnoir Sella/flickr
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Alcara li Fusi di sera
assia nania/flickr
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Le luci della sera ad Alcara li Fusi
assia nania/flickr
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Strade di Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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Scorci di Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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A spasso per Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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Vicoli di Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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Tranquillità ad Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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Alcara li Fusi
Giovanni Distefano/flickr
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Parete rocciosa di Calanna Rocca nel Parco dei Nebrodi
ollirg/shutterstock.com
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Alba o tramonto ad Alcara li Fusi?
Urszula Wolarz/flickr

Alcara li Fusi (Larcara in siciliano) si trova sulle pendici dei Nebrodi. Secondo la vulgata locale l'attuale borgo nacque dal progressivo abbandono di insediamenti posti più a monte. Il primo vero riferimento storico dell'esistenza di Alcara è dato da un documento del 1096. Da notare che il quartiere più vecchio del paese, sorto ai piedi del castel Turio (oggi una torre su di uno sperone roccioso, malamente ricostruita di recente su un rudere preesistente) prende il nome di Motta che è da riferirsi al modello tipico delle fortificazioni normanne e francesi che prevedevano una torre detta donjon (mastio) circondato da una cinta muraria detta motte.

Nel XV secolo è attestata una comunità ebraica, probabilmente più antica e particolarmente consistente in questa zona dei Nebrodi, confermando che ad Alcara erano centro di scambi commerciali ed economici. La comunità sarà scomparsa o quasi nel XVII secolo con l'espulsione dalla Sicilia di tutti gli ebrei non convertiti. Nel 1812 prese il nome di Alcara "Li Fusi" in quanto centro di produzione dei fusi adoperati per la filatura. Sono attestate nell'Ottocento delle varianti come "Alcara de fusa", "Alcara dei fusi", "Alcara de li fusi" e "Alcara delle Fusa". Tale denominazione fu dovuta alla necessità di distinguere questo centro abitato da un'altra "Alcara" o "L'Alcara" che per gli stessi motivi prese il nome di Lercara Friddi.

Il 17 maggio 1860, Alcara fu interessata da una rivolta contadina che ha anticipato quella simile e più famosa di Bronte. I braccianti esasperati da condizioni di vita disperate, nutrendo aspettative di riscatto e giustizia sociale per la notizia dell'imminente arrivo dei garibaldini, assaltarono il "casino dei nobili" trucidando con falci e coltelli numerose persone tra cui un bambino. I garibaldini, sopraggiunti, imprigionarono alcuni dei rivoltosi che, dopo un rapido processo, furono giustiziati. L'episodio è al centro del capolavoro dello scrittore Vincenzo Consolo ‘Il sorriso dell'ignoto marinaio’.

Il vasto territorio di Alcara, ora abbastanza disabitato, ma in passato interessato da un insediamento sparso legato all'agricoltura ed alla pastorizia presenta un gran numero di toponimi riferite a contrade agricole o specifici luoghi, interessanti per la loro difficile etimologia, come ad esempio Mangalavite, Papaleo, Calanna, Calamoni, Ciraseri, Vignazza e Lemina.

Ad Alcara li Fusi è sopravvissuta, fino a pochi anni, una delle ultime tradizioni di musica polivocale della Sicilia con un repertorio di canti tradizionali eseguiti senza l'accompagnamento strumentale ma semplicemente accordando tra di loro le diverse voci dei vari cantori che si accavallano nell'esecuzione. Tali canti coprivano un vasto repertorio ed erano eseguiti in vari occasioni durante l'anno, anche se una rilevanza particolare assumevano quelli eseguiti durante la Settimana Santa.

Meritano sicuramente una visita il Convento dei Cappuccini, fondato nel 1574, il Monastero di Santa Maria del Rogato, di San Barbaro di Demenna, il ponte in Pietra sulla fiumara Rosmarino, la Fontana Abate nel centro del borgo ed infine la Grotta del Lauro e le Rocche del Crasto.

Borgo di Alcara li Fusi
Comune di Alcara li Fusi

Città Metropolitana di Messina
Regione Sicilia

Abitanti: 1.947
Altitudine centro: 400 m s.l.m.

Aree naturali protette:
Parco dei Nebrodi

Comune
Via della Rinascita 16 - Tel. +39 0941 793010

Area di sosta camper
Borgo con parco
Borgo in montagna
Lago Maulazzo
98070 - Alcara li Fusi - Messina
Fontana Abate
Piazza Abate, 31 - Alcara li Fusi - Messina
Grotta del Lauro
SP 161 bis - Alcara li Fusi - Messina

IN AUTO

  • Percorrere la S.S. 113 Messina-Trapani. A Sant'Agata Militello prendere la SP.161 Sant'Agata Militello-Alcara li Fusi
  • Percorrere la A20 Messina-Palermo e uscire a Sant'Agata di Militello. Entrati a Sant'Agata Militello prendere la SP.161 Sant'Agata Militello-Alcara li Fusi
  • Percorrere la A20 Messina - Palermo e uscire a Rocca di Caprileone - Capo d'Orlando Ovest. Entrati a Rocca di Caprileone, percorrere la S.S. 113 direzione Palermo, attraversare Torrenova e Torrecandele. Arrivati a Sant'Agata Militello prendere la SP.161 Sant'Agata Militello-Alcara li Fusi

IN TRENO

  • Stazione di Sant'Agata di Militello
  • Mercato settimanale: ogni venerdì, in centro;
  • U' Muzzuni: Il 24 giugno, festività di san Giovanni Battista, si tiene nel paese la festa di "U Muzzuni”. Il termine muzzuni si riferisce alle brocche prive di collo ("mozzate"), ai fasci di grano dopo la raccolta (mazzuna) e alla decapitazione del santo titolare. La festa probabilmente ha un legame più profondo con la sacralità antica del solstizio d'estate più che con la festa di san Giovanni. La ritualità della festa studiata ripetutamente da numerosi studiosi, conserva numerosi elementi pagani, risalenti al culto della dea Demetra e in origine legati al solstizio d'estate (21 giugno).Al tramonto vengono preparati dalle donne agli angoli delle strade i luoghi di esposizione, decorati con le pizzare, tappeti caratteristici, tessuti a mano. Intorno ad un tavolo vengono collocati i laureddi (steli di grano germogliati in assenza di luce in un piatto). Viene quindi preparato u muzzuni, una brocca priva di collo ornata di stoffa e di decorazioni d'oro, con spighe di orzo e di grano, lavanda, garofani e ancora laureddi, che viene posta sul tavolo nel luogo preparato. Si intonano quindi canti popolari (chianote e ruggere), duetti che trattano di vita contadina, corteggiamenti scherzosi o amori non corrisposti.
    Durante la festa si svolge il rito del "comparatico" che sancisce i rapporti di amicizia, suggellata dalla recita di un canto tradizionale e dallo scambio di confetti (a cunfetta).
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Le nostre notizie

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