Aliano

Fonte di ispirazione per Carlo Levi, ad Aliano è ancor oggi intatta la casa in cui egli trascorse il suo esilio e che, insieme alla Pinacoteca, al Museo della civiltà contadine e al presepe artistico del maestro Francesco Artese, rientra nel Parco Letterario che ha preso il suo nome. E’ qui che lo scrittore ha tratto ispirazione per il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli”. Di particolare suggestioni sono i vicoli, le piazzette, le abitazioni che caratterizzano il borgo, come la cosiddetta Casa del Malocchio, con sembianze dal volto umano.

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Aliano, Casa Carlo Levi
Apt Basilicata
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Aliano, le maschere cornute
Apt Basilicata
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Aliano
Apt Basilicata
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Aliano
Apt Basilicata
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Aliano, Calanchi e Cavalli
Apt Basilicata
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Aliano
Paki Cassano
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Aliano
Paki Cassano
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Aliano, libri di Albino Pierro
Paki Cassano
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Aliano, stanza di Albino Pierro
Paki Cassano
Aliano
Aliano
Aliano
Aliano, Busto di Carlo Levi
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Il borgo di Aliano è il luogo in cui fu confinato lo scrittore Carlo Levi che ivi si fece seppellire, in Basilicata. Il suo territorio è caratterizzato dal tipico paesaggio dei calanchi.

Il nome del borgo deriva dal latino Praedium Allianum, cioè podere di Allius, gentilizio romano. Data la vicinanza ai fiumi Agri e Sinni, sin dall'antichità fu centro importante di scambi tra la civiltà greca, etrusca ed enotria. I primi testi in cui viene ufficialmente citato Aliano sono datati al 1060, anno in cui risale una bolla papale che attribuiva al vescovo di Tricarico l'amministrazione del borgo. Nell'VIII secolo le diverse grotte scavate nelle rocce sedimentarie di origine alluvionale ubicate nella zona di fosso San Lorenzo, già abitate in età preistorica, ospitarono numerosi monaci basiliani sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste in Oriente. In epoca medioevale Aliano fu feudo di diverse famiglie, tra cui i Sanseverino, i Carafa ed i Colonna.

Nella storia recente di questo piccolo centro non si può non ricordare lo scrittore Carlo Levi che qui ambientò il libro "Cristo si è fermato a Eboli" (1945). Levi durante il regime fascista, negli anni 1935-36 fu condannato al confino in Lucania a causa della sua attività antifascista e trascorse un lungo periodo in Basilicata, prima a Grassano e successivamente ad Aliano (che nel libro viene chiamata Gagliano, imitando la pronuncia locale), dove ebbe modo di conoscere la realtà di quelle terre e della sua gente. Lo scrittore nelle sue ultime volontà espresse quella di essere seppellito ad Aliano "tra i suoi contadini". Nel paese sono ancora intatti tutti i luoghi descritti nel romanzo e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro. Levi ebbe qui l'occasione di scoprire un'altra Italia che era, appunto, quella contadina del Mezzogiorno.

Numerose sono le iniziative legate al Parco letterario Carlo Levi, in particolare i viaggi sentimentali nei luoghi legati al confino dello scrittore, e giornate di degustazione di prodotti tipici. Di grande rilievo il festival della paesologia, diretto da Franco Arminio. Ad Aliano si svolge inoltre il Premio letterario nazionale Carlo Levi. Con ricorrenza annuale si svolge all'interno del centro storico di Aliano e lungo i suoi suggestivi percorsi espositivi, il Festival dell'Antropologia.

L'economia si fonda soprattutto sull'agricoltura e la pastorizia; l'abitato infatti è circondato da piantagioni di ulivo che rendono fiorente la produzione di olio d'oliva, da frutteti (in particolare pescheti e agrumeti), e vi si pratica l'allevamento caprino e ovino. La presenza di resti archeologici neolitici e la tomba di Carlo Levi rendono il paese importante dal punto di vista turistico-culturale. Infatti per le vie sono incisi brani del libro "Cristo si è fermato ad Eboli" e la dimora e i luoghi narrati nel libro sono rimasti intatti.

Il Carnevale di Aliano è uno dei carnevali della tradizione lucana. Il giorno del Martedì Grasso, ogni anno, singolari figure si aggirano per le stradine di Aliano, sono le Maschere “cornute” che rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo. Le maschere sono protagoniste di una commedia improvvisata, detta "Fras". Sfilano per il borgo muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa cupa. Il Carnevale si articola in due giorni, la Domenica e il Martedì Grasso, nel corso dei quali si alternano sfilate a cui partecipano anche maschere dei paesi limitrofi e il palato è allietato da degustazioni di piatti tipici.

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