Il borgo antico, città di fondazione pianificata nel 1741 dalla famiglia Rendina di origine beneventana, ubicato a 473 metri d’altezza a sinistra del fiume Basento, era considerato una città ideale, concepita secondo criteri innovativi per il tempo e con una visione antesignana di alcune correnti filosofiche che richiamano al socialismo utopico.
A tutti erano concessi gli stessi diritti e doveri, ed è questa l’utopia a cui ambivano i fondatori: il disegno di una società perfetta in cui tutti gli uomini avrebbero dovuto realizzare una convivenza felice, in un contesto di tranquillità e di pace.
Di quell’esperienza, dolorosamente interrotta a causa di una violenta frana, restano nel borgo antico ancora le vestigia: significative strutture architettoniche che chiaramente rinviano a quell’esperimento urbanistico e socio-economico promosso dalla nobile famiglia Rendina e, tra i ruderi, le casette tutte uguali e uniformi concesse ai coloni, in virtù di un “patto sociale” che garantiva a tutti una casa di pietra, un campo da lavorare e la garanzia del pane quotidiano.
Infatti per ripopolare il borgo, già feudo abbandonato, venne emanato un editto nei paesi circostanti: tutti coloro che si fossero trasferiti a Campomaggiore avrebbero avuto la concessione gratuita di due tomoli di terra, la possibilità di tagliare le travi e le tavole necessarie alla costruzione dei tetti, con l’obbligo di piantare per ogni pianta di rovere o di cerro che si recideva, tre piante di alberi da frutta.
Tuttavia il sogno utopico, che aveva visto crescere il paese da 80 abitanti nel 1741, anno di fondazione, sino a 1525 nel 1885, anno della frana, venne interrotto e la popolazione venne costretta all’abbandono per dirigersi in località “Difesuola”, dove ora sorge Campomaggiore Nuovo.
Ciò che ne rimane del borgo vecchio è l’affascinante Palazzo Baronale, che si affaccia su quella che un tempo era la Piazza dei Voti, così chiamata per ricordare il momento in cui le prime sedici famiglie insediate a Campomaggiore si riunirono per scegliere di abbracciare il progetto utopico del conte Rendina.
Di fronte al palazzo si ergono i resti della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Intorno sono ancora visibili le mura delle antiche case contadine.
A pochi chilometri da Campomaggiore Vecchio è possibile visitare il Casino della Contessa o Villa dei Cutinelli-Rendina, residenza estiva dei Rendina.