Il borgo sorge su due colline dette di San Rocco e di San Tommaso, nel subappennino Dauno meridionale. Le origini di Candela (Cannéla in dialetto locale) restano tuttora misteriose. La più antica testimonianza relativa alla sua esistenza risale al 1066. Tuttavia secondo la versione più accreditata l’attuale borgo sorse nel periodo delle invasioni Ostrogote-Longobarde, le cui razzie, avevano costretto la popolazione di origine dauna ad abbandonare un primitivo insediamento, situato poco distante, per rifugiarsi sulla collina.
Gran parte dello sviluppo di Candela è legato allo storico fiume Ofanto, che divide il borgo dal versante lucano e campano e da altri torrenti che l’attraversano in tutto il suo perimetro naturale. Nel 1531, alla morte di Filiberto d’Orange, Carlo V, concesse al grande ammiraglio Andrea Doria il principato di Melfi ed il tenimento di Candela. Sotto i quasi 277 anni che i Doria possedettero Candela, il borgo diventò un vero punto di riferimento per tutto il territorio circostante. A testimonianza della sua crescita furono costruite la Chiesa Madre, la Chiesa della Concezione e il palazzo Doria. Moltissime erano anche le botteghe artigiane e ricercatissimo era il suo grano. Storicamente era notevole anche la pastorizia. Qui affluivano le greggi della Transumanza dopo aver percorso il tratturo grande Pescasseroli-Candela. Ma un avvenimento abbastanza significativo dell’importanza che assunse il borgo all’epoca è il soggiorno in loco del noto Ciccio d’Andrea, dove poi rimase fino alla morte.
Il tessuto urbano è composto da un intrico di ripide ed interminabili salite e stretti vicoli. Passeggiando per le caratteristiche vie della Cittadella, non molto lontano dal Castello, si arriva in una delle chiese più antiche di Candela, dedicata a San Tommaso. Per accedere alla parte alta del paese si attraversano alcune porte e su una di queste, la porta della Cittadella, si può ammirare un bel mosaico che raffigura la Candelora. Poco fuori l’abitato di Candela troviamo Torre Bianca, una tenuta immersa nel verde, già feudo dei Doria-Pamphili, che fu acquistata nell'ottocento dalla famiglia Ripandelli.
Tra i piatti tipici di Candela sono da ricordare le r’cch’telle (orecchiette) e rucola con la ricotta tosta, i cavatiell’ e acc’ e i maccarunar’ al sugo.