Cefalù è uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione e il suo nucleo medievale è ubicato ai piedi della Rocca. Per poter godere appieno tutte le bellezze naturalistiche ed artistiche del paesaggio e del borgo, consigliamo di ritagliarsi almeno due giorni di tempo.
Ideale punto di partenza per andare alla scoperta del centro del paese, caratterizzato da strade strette pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca, il Lungomare Giuseppe Giardina, dove passeggiare accompagnati dal rumore delle onde e della risacca del mare sulla spiaggia.
Una volta arrivati in via Vittorio Emanuele è possibile immergersi nel centro storico ammirando i numerosi negozietti turistici e le case tradizionali. Passando dalla piccola scala nota come ‘a lumachella’, si arriva all’antico Lavatoio medievale del paese che custodisce ancora le tre vasche pubbliche dove un tempo le donne lavavano i panni.
Sulla via che conduce al Bastione di Capo Marchiafava, non perdetevi la Porta Pescara: si tratta di una semplice apertura fra le case dalla quale si scorge il mare, con un panorama molto suggestivo.
Proseguendo sulla strada si raggiunge il Bastione: un antico baluardo difensivo del VXII secolo, che regala uno splendido scorcio sulla scogliera e sul faro. Oggi la struttura ospita il Museo Digitale della storia arabo-normanna della Sicilia.
Ma il vero protagonista di Cefalù è il meraviglioso Duomo, che si affaccia sulla Piazza del Municipio. La cattedrale, alla cui spalle si trova la Rocca, è una costruzione risalente al 1131 ad opera del re normanno Ruggero II d’Altavilla. Splendido crocicchio di arte arabo-normanna contaminata da influssi bizantini, la Cattedrale ha un interno abbastanza spoglio (si tratta del resto di un’opera incompiuta), quanto basta per far risaltare il meraviglioso mosaico del Cristo Pantocratore, che misura più di 9 metri di larghezza. I toni lucenti delle pietre e le oltre 150 colorazioni del mosaico rendono quest’opera unica ed indimenticabile.
Cosa fare a Cefalù: eventi e tradizioni locali
Fra le cose da fare a Cefalù, non possiamo non annoverare la salita alla Rocca che sovrasta il borgo. Raggiungere la cima del ‘u castieddu’, in dialetto locale, alta 268 metri, è possibile percorrendo un antico sentiero medievale dotato di segnaletica. Il percorso dura due ore di cammino, richiede un po’ di fatica, che sarà ben ricompensata dalla vista spettacolare che si gode dalla cima.
La Rocca è un luogo di grande interesse, sia storico che naturalistico, accessibile tutto l’anno in orari diversi, a seconda della stagione. Un bene tutelato dall’UNESCO. Sul sentiero, inoltre, è possibile scorgere i resti del Tempio di Diana, del IX secolo a.C., e dell’antico castello di Cefalù, edificato nel XIII secolo.
Fra le cose da fare a Cefalù, suggeriamo anche una visita al Museo Mandralisca, fondato dal barone Enrico Pirajno di Mandralisca. La struttura accoglie 900 opere, fra libri, reperti storici ed artistici, e perfino un pezzo d’arte d’autore: parliamo del ‘Ritratto di ignoto’ del famoso pittore quattrocentesco Antonello da Messina.
Fra le tradizioni locali più note di Cefalù: la ‘Fruottula’, o Festa del Pane, che si tiene il 6 giugno, il giorno prima della festività solenne del Corpus Domini. Si tratta di una processione profana, senza clero, durante la quale si portano nelle strade gli stendardi delle corporazioni dei contadini (i ‘viddani’), con meravigliose e gigantesche composizioni floreali che riproducono oggetti ed animali.
Dal 22 al 25 agosto si svolge "Camp@rt Festival", una manifestazione dedicata all’arte in tutte le sue declinazioni che trasforma la cittadina in un laboratorio creativo culturale all’aperto.
Piatti tipici di Cefalù: la gastronomia locale
Sono numerose le tradizioni gastronomiche di Cefalù che attingono alla cultura culinaria siciliana e alle sue contaminazioni arabe e greche.
Tra le tipicità enogastronomiche del borgo, le sarde a “ghiritalieddu”:piatto a base di sarde pulite e “arrotolate” imbottite di pangrattato, formaggio grattugiato, aglio, prezzemolo, uva passa e pinoli, succo di limone e olio.
Da assaggiare anche il baccalà a “ghiuotta chi patati”, preparato secondo la tradizione con una speciale pastella e con le patate a tocchetti, preparate a parte con cipolla, aglio, acciuga salata, sedano, “strattu” (in mancanza il concentrato di pomodoro), olive nere.
Fra i dolci, degna di nota è la famosa pasta di mandorle, con la quale i pasticcieri siciliani creano dei veri capolavori per l’occhio ed il palato.