La prima testimonianza scritta dell'esistenza del piccolo borgo di Cirigliano (Cëregliànë in dialetto lucano) risale al 1060. Trae la sua etimologia da “Caerellius” perché edificato nella proprietà di Cerellio, centurione Romano al quale furono donate queste terre per meriti sul campo di battaglia. Si dice che Cirigliano fosse una tappa obbligata per chi da Heraclea doveva recarsi a Potenza o a Tricarico. I luoghi deputati alla sosta erano la panetteria di Cirigliano e la taverna di Acinello.
Il paese è cinto da torri e mura a conferma che trattasi di un borgo medievale. Nel centro del borgo si erge imponente l'antico castello feudale con la sua suggestiva torre ovale e l'annessa cappella dell'Addolorata nella quale si conserva tra l'altro una Pietà del seicento incastonata su un tempietto di legno decorato.
Nella giornata del 12 novembre 1861 le formazioni capitanate Carmine Crocco e José Borjès, mossero verso Cirigliano per disarmare i militi della locale guardia nazionale. Bene accolti, fecero sosta per un paio d'ore prima di muovere verso Gorgoglione che raggiunsero nel primo pomeriggio.
Dal castello ai palazzi, dalle case alle strade, il borgo è interamente costruito in "pietra di Cirigliano" che, ancora oggi estratta dalle sue cave, costituisce un'importante risorsa, per l'artigianato che la lavora e per la sua commercializzazione. Esempi evidenti di valorizzazione della pietra sono la cappella di S. Lucia e la piazza del borgo. A circa due km., tra il verde degli ulivi e dei vigneti, si può ammirare la grotta dedicata alla Madonna e scavata nella roccia viva da un brigante pentito.
Il territorio di Cirigliano prevalentemente montano è ricco di boschi di alto fusto e di sorgenti. La fonte d'acqua Furr a 1000 m s.l.m., catalogata come oligominerale, è particolarmente indicata per la cura dell'apparato digerente. Nella vicinanze della sorgente d'acqua Furr si trova il parco avventura Lucania Outdoor Park.
Ottimi formaggi ovini e caprini, saporiti salumi e il famoso olio di Majatica fanno di Cirigliano il paese del buon cibo. Si possono assaporare però anche succulenti piatti per lo più a base di pasta preparata a mano, dalle tagliatelle con la mollica alle orecchiette con le cime di rapa, dai cavatelli con il sugo di “pezzente”, una saporita tipologia di salsiccia, alla cosiddetta “ciauledda”, una gustosa zuppetta. In occasione del carnevale non manca la “Rafanata”, frittelle di rafano e formaggio.
Il Carnevale di Cirigliano è uno dei Carnevali della tradizione lucana. Una sfilata in maschera per il borgo lucano con figuranti che rappresentano i dodici mesi dell’anno, le quattro stagioni e conclusione della manifestazione con il funerale del Carnevale personificato da un coraggioso che imbiancato da talco e farina, è disteso in una bara.
La mesta circostanza è sottolineata dai lamenti della povera Quaremma che ha perso il marito. La sfilata di Cirigliano si conclude con il rogo finale di un fantoccio di paglia che nel frattempo ha sostituito il coraggioso che impersonifica il carnevale. È un carnevale della tradizione contadina che ricorda quanto sia sottile il filo fra la vita e la morte, fra la felicità e il dolore.