Il borgo di Dolcedo (Dôçeo in ligure, U Dusseu nella variante locale) è situato nella Valle del Prino, in Liguria.
Le origini del borgo sono da rintracciare insieme alle comunità che storicamente hanno sempre fatto parte del territorio di San Maurizio, uno dei borghi che, insieme a Oneglia, hanno dato vita alla cittadina di Imperia. Questi insediamenti, sorti in epoca altomedievale, sono dislocati in una fascia di territorio più alta rispetto all'attuale nucleo centrale abitato.
In seguito alla collocazione strategica, a metà strada della via romana che dal colle San Maurizio passava dal colle di Poggiobonfiglio, percorreva la val Prino e proseguiva per Santa Brigida, in località Castellazzo sorse un castello, che nel 1028 era in possesso del marchese Oldorico Manfredi. Nel 1161 entrò a far parte della comunitas di Porto Maurizio con il nome di Terziere di San Tommaso, associandosi con il Terziere di San Giorgio di Torrazza e con quello di San Maurizio.
A seguito di una convenzione stipulata tra Bonifacio di Clavesana ed i consoli genovesi nel 1192, Dolcedo divenne località di rifugio per importanti famiglie dell'epoca. Nel 1238 quando Porto Maurizio si ribellò a Genova, Dolcedo si proclamò comune autonomo, ma la rivolta fu repressa dai Genovesi. Il castello fu distrutto nel 1342. Nel 1613 il borgo divenne progressivamente il centro economico della Val Prino. Durante l'occupazione napoleonica Dolcedo ottenne nel 1810 il titolo di città.
La coltivazione dell'ulivo si diffuse per opera dei monaci benedettini di Lerino, favorendo lo spostamento degli abitati più a valle. La costruzione di frantoi impose insediamenti lungo le acque dei torrenti dove potessero essere impiantati mulini ad acqua. A tutt'oggi rappresenta insieme alla produzione vinicola la principale attività economica di Dolcedo.
Meritano sicuramente una visita la Chiesa parrocchiale di San Tommaso apostolo e la Cappella di Santa Brigida.