Cenni storici
Il territorio di Fabbriche di Vergemoli nasce nel 2014 dalla fusione dei Comuni di Fabbriche di Vallico e Vergemoli. Entrambi i territori hanno un’origine molto antica. I reperti archeologici ritrovati nella Buca di Castelvenere confermano la presenza dell’uomo sul territorio fin dal IV secolo prima di Cristo. Questa zona fu terra di Liguri Apuani, Romani e di Longobardi.
La loro storia li vede coinvolti in lotte di potere tra Modena, Lucca, Pisa e Firenze, fino a quando, nel XV d.C., diventano possedimenti degli Estensi. Sarà con questa illustre famiglia che gli abitati cresceranno dal punto di vista economico e politico, arricchendosi anche di strutture difensive.
Dopo un periodo in cui Vergemoli e Fabbriche di Vallico saranno occupate dai francesi di Napoleone Bonaparte, nel 1814 ritornano gli Estensi, che domineranno fino all'annessione dei borghi al Regno d'Italia nel 1861.
Diventeranno un unico comune solo nel 2014.
Artigianato e gastronomia a Fabbriche di Vergemoli
Passeggiando nelle vie dei Borghi del territorio di Fabbriche di Vergemoli, non sono poche le botteghe che si incontrano, alcune delle quali davvero antiche. Tra queste troviamo nel Capoluogo di Fabbriche di Vallico Il Molino Biologico che da più di 300 anni continua nella sua attività di macinazione. Un mulino ad acqua che ancora macina a pietra. Le attività prevalenti sono quelle di ristorazione i più conosciuti sono: “Il Molino Vecchio” a Fabbriche di Vallico, “Ristorante Pizzeria da Sandra” a Fabbriche di Vallico ed infine “Il Canapale”.
I ristoranti presenti sul lato ex Comune di Vergemoli invece sono “La Buca” ed “Il Rondone” entrambi a Fornovolasco e “L’Agriturismo Antica Trattoria dell'Eremita” situato proprio accanto all’affascinante Eremo di Calomini, un santuario interamenate scavato nella roccia.
La lavorazione del ferro era la maggiore fonte di guadagno nei secoli scorsi, diventata infatti una raffinatissima tradizione su tutto il territorio di Fabbriche di Vergemoli. Il ferro, inizialmente, veniva importato dall’Isola d’Elba e successivamente il suddetto materiale venne trovato in loco ed iniziò sul territorio anche l’estrazione di questo minerale. Le più famose miniere sono ancora presenti in Loc. Trimpello, ormai sono rimaste solo le sale d’ingresso delle vaste miniere, successivamente abbandonate.
Se la lavorazione del ferro a Fabbriche di Vergemoli è simbolo dell'artigianalità del territorio, non mancano certamente le tipicità gastronomiche, vere e proprie leccornie tutte da gustare. Trote, della varietà iridea o fario, formaggi, funghi porcini e insaccati sono alla base della cucina locale, oltre al farro IGP della Garfagnana e la farina di Neccio DOP della Garfagnana. Certamente il piatto tipico di Fabbriche di Vergemoli è la gustosa Pitonca, una specie di polenta arricchita di strutto e di verdure: la si gusta soprattutto fritta e tagliata a quadrotti.
Cosa vedere nel borgo
Il Ponte Colandi, denominato anche Ponte della Dogana, nella sua caratteristica forma a schiena d'asino, è senza dubbio il simbolo del Comune di Fabbriche di Vergemoli. Sorge nel capoluogo, Fabbriche di Vallico e venne costruito circa nel XIV secolo. Denominato anche Ponte della Dogana proprio perché il punto esatto dove sorgeva il Ponte segnava il confine tra la Repubblica di Lucca ed il Ducato Estense. Il Ponte Colandi era quindi la frontiera fra i due antichi Stati ed in questo luogo sorgevano anche le prigioni. Perfettamente conservato questo ponte viene utilizzato quotidianamente dai cittadini di Fabbriche di Vallico.
Il territorio di Fabbriche di Vergemoli è molto vasto e comprende numerosi borghi ed alpeggi nei quali sorgono innumerevoli edifici di culto. Per esempio, nel borgo di Vergemoli, sorgono addirittura due le chiese esistenti quella di Sant’Antonio, posta proprio in cima al paese, e quella di San Quirico e Giulitta. A Fornovolasco, invece, è presente la chiesa di san Francesco d’Assisi che durante l’alluvione del 1996 venne invasa dall’acqua. Dopo questo episodio l’artista Toscano Paolo Maini decise di affrescare le pareti della Chiesa restituendole una nuova vita.
Uno dei luoghi suggestivi da visitare, meta di continui pellegrinaggi nella provincia di Lucca, è l’Eremo di Calomini; situato alla base di uno strapiombo alto circa 70 metri e incastonato nella roccia.
Questo romitorio si trova sulla via che porta al paese di Vergemoli e, anche se la struttura è stata ampliata e restaurata nel corso dei secoli, è possibile vedere ancora oggi la parete della grotta dove inizialmente venne realizzato questo luogo di culto.
La chiesa principale è, infatti, in stile settecentesco, la sacrestia che fu il punto originario è, dal ‘600, arredata con mobili scolpiti. È possibile visitare anche la vecchia cucina e le celle dei frati, anch’esse scavate nella roccia come la sacrestia.
Diverse sono le leggende su come sia nato questo luogo, la più conosciuta racconta che, intorno all’anno 1000, la Madonna si rivelò ad una giovane di Calomini che subito andò a parlarne in paese.
I cittadini quindi portarono l’immagine di Maria subito al vicino paese di Gallicano per essere celebrata. Dopo neanche 24 ore l’immagine della Madonna fu ritrovata nel punto dove si era mostrata alla giovane. Fu così deciso di costruire il santuario nella grotta.
Gli eremiti di Calomini hanno custodito questo luogo per cinque secoli, fino al 1868, ora sono i padri cappuccini di Lucca a prendersene cura.
D’estate l’eremo è visitabile tutti i giorni, mentre nel resto dell’anno solo la domenica durante la Messa.
La Grotte del Vento
Situata in località Trimpello, la Grotta del Vento rappresenta sicuramente la più grande attrattiva del territorio, una delle grotte turistiche più famose e visitate d’Europa. Presenta un' eccezionale varietà di aspetti del carsismo sotterraneo spaziando da stalattiti e stalagmiti vive e brillanti, a laghetti, corsi d’acqua, forme di erosione, formazioni di fango e perfino pozzi perfettamente verticali che possono essere visitati con comodi sentieri. La possibilità di scelta tra vari itinerari di visita, la rende una meta ideale di escursioni per singoli, coppie, famiglie, gruppi scolastici o di adulti, raduni, ecc.
Sono tre i percorsi attraverso i quali è possibile visitare la Grotta del Vento: il primo è il più breve e pianeggiante, fino ad arrivare a una scalinata abbastanza ripida che porta al Baratro dei Giganti profondo 50 m. Il secondo itinerario passa per il Salone dell'Acheronte, dove tre torrenti sfociano in un unico fiumiciattolo sotterraneo, ma anche per una galleria che, visto il limo cementato alle pareti, sembra quasi una fitta foresta di abeti. Il terzo percorso nella Grotta del Vento porta alle soglie di un pozzo da brividi che sfiora i 90 m. di profondità, con un canyon sotterraneo che si sviluppa nei suoi meandri più oscuri.