Il borgo medievale di Frosolone (Frescëlonë in molisano, Frus'lòn in dialetto frosolonese) si trova in Molise. Prima dell'età romana la zona era abitata da popolazioni di ceppo sannitico, come testimoniato dalla presenza di recinti di mura megalitiche, di tipo poligonale, visibili sulla montagna sovrastante il paese, in località Civitelle. Il centro abitato risale all'epoca medievale: in un documento custodito a Montecassino e risalente alla prima metà del secolo XI compare, fra i punti di riferimento della zona, un torrente detto aqua Freselona; a Frosolone sarebbero stati processati e imprigionati alcuni fraticelli molisani: la loro detenzione sarebbe avvenuta nel "castello", l'attuale palazzo baronale. Tuttavia, è soltanto verso la fine del medioevo che Frosolone comincia a definirsi come vero e proprio nucleo urbano.
Come per tanti altri centri del Molise, la fase medievale del paese si conclude, drasticamente, con il terremoto del 1456. Testimonianze regolari di Frosolone si hanno, poi, a partire dal periodo spagnolo. In quest'epoca attraversa una intensa fase di sviluppo, e la crescita continua per tutta l'età moderna. La ricostruzione successiva al terremoto e in seguito l'Unità d'Italia danno a Frosolone un nuovo volto e nuove prospettive di sviluppo. Le condizioni economiche della popolazione restano, comunque, molto difficili: il paese contribuirà, assieme a gran parte del Meridione, alla grande migrazione dei primi del Novecento.
Meritano sicuramente una visita il Palazzo Zampini e la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta.
Storicamente, il paese ha fondato la propria economia sull'allevamento (in particolare di ovini) e sulla lavorazione artigianale di forbici e coltelli. Gradualmente sta prendendo piede il settore turistico, in particolare sotto forma dell'alloggio diffuso, favorito da una natura pressoché incontaminata e da un settore agroalimentare ancora in buona parte artigianale. Al giorno d'oggi il paese vanta un'eccellente produzione agroalimentare, in particolare di formaggi vaccini (caciocavallo e scamorza) e ovini (pecorino); in continua espansione è il settore legato alla cavatura del tartufo. Il territorio è ricco soprattutto di Tuber aestivum (scorzone), Tuber borchii (bianchetto), Tuber brumale e Moscatum e del prezioso Tuber magnatum, del quale, appunto, il Molise è il maggior produttore.