Il territorio del borgo di Garessio (Garess in piemontese, Garesce in ligure e Garéshe nel dialetto locale) è diviso dallo spartiacque padano-ligure delle Alpi, il Colle San Bernardo (957 m).
Il centro storico si presenta diviso in quattro borgate (Ponte, Poggiolo, Maggiore e Valsorda). Interessanti anche alcune frazioni montane e gli itinerari verso di esse e verso le principali cime alpine comunali (Galero, Mindino, Antoroto).
Oltre il Colle di Casotto sorge l'omonimo castello di villeggiatura e di caccia dei Savoia che si è sviluppato sul sito di una certosa del XII secolo, una delle prime in Italia.
A differenza di altri comuni della valle, Garessio è dotata di un ricco Archivio storico (fra i pezzi più interessanti il quattrocentesco Libro della Catena con gli Ordinati medioevali della Comunità garexina), di un pregevole Museo Civico dedicato all'Archeologia e alle Scienze della Terra, di una Pinacoteca Civica «Colmo» e di una Biblioteca ricca di volumi e dedicata al commediografo Camillo Federici. Le quattro istituzioni culturali sono collocate nello stesso edificio della Biblioteca.
Nel 1990, il poeta garessino Gian Paolo Canavese vi fondò il Museo della Poesia, accogliendo liriche giunte da ogni parte del mondo, per un totale di oltre cinquecento poeti. Nella frazione di Valdinferno, chiamata così da Napoleone Bonaparte forse per via di antiche torbiere che vi bruciavano nel Settecento, ha abitato fino alla fine del 2008, tutto l'anno, una sola persona, un reduce del fronte russo, Armando Sereno che fece un particolare voto alla Madonna: se fosse tornato vivo dalla guerra, non sarebbe mai più andato via da Valdinferno.