Maniago (Manià in friulano) è nota per l'arte fabbrile, che assegna a Maniago il nome di città del coltello: sono molte le coltellerie impiantate artigianalmente a partire dall'età medievale. Fin dal Quattrocento gli abili coltellinai maniaghesi forgiavano coltelli e lame, che andavano a fornire anche le truppe della Serenissima.
La strategica posizione di Maniago lungo la pedemontana del Friuli Occidentale ha sempre permesso alla cittadina di svolgere un ruolo importante nel contesto viario che conduceva dalla pianura ai passi montani, attraverso le valli del Cellina, del Colvera e del Meduna. Tracce di presenza umana riferite al periodo Neolitico sono state rinvenute nelle grotte del monte San Lorenzo, in particolare frammenti di oggetti in ceramica ed altri reperti in pietra che testimoniano l'esistenza di possibili insediamenti abitativi preistorici. Modeste le testimonianze circa la presenza in zona dei Celti, abitanti in terra friulana da III secolo a.C., anche se sono ancora vive alcune usanze, come l'accensione dei falò epifanici, che a questa popolazione possono riferirsi. Sicure sono invece le prove che documentano sul territorio la presenza dei Romani, a cominciare dalla stessa voce Maniago, nome di origine latina con suffisso celtico –aco, forse terra di Manilius.
Il rinvenimento di numerose monete e lapidi con iscrizioni di epoca romana, ma soprattutto il tracciato della strada che da Concordia, per San Quirino, San Foca e il guado della Cossana arrivava a Maniago e proseguiva verso la montagna, salendo dal versante meridionale del San Lorenzo, consente di dilatare la storia maniaghese ben oltre i mille anni ufficiali.
Databili intorno all'VIII secolo sono alcuni frammenti scultorei murati sulla facciata del Duomo e risalenti al periodo dei Longobardi, popolo che, raggiunto il Friuli nel 568, si stabilì anche a Maniago e nelle terre vicine, probabilmente ai piedi del Monte Fara, voce che in longobardo significa proprio "famiglia". Il primo documento che riporta il nome di Maniago in forma scritta è il diploma dell'imperatore Ottone II di Sassonia, inviato da Ravenna al fedele Rodoaldo, Patriarca di Aquileia, per confermargli il possesso di alcune terre tra cui la cortem que vocatur Maniacus, vale a dire la corte che è chiamata Maniaco. È il 12 gennaio 981. Nel documento sono chiaramente indicati i confini della corte, posta tra le acque del Cellina e del rivo Corto, presso la chiesa di Marcadello, luoghi questi ultimi identificati con il Rugo Storto e la Chiesa di Madonna di Strada in comune di Fanna.
Nonostante si tratti di un centro poco esteso, a Maniago sono conservati pregevoli monumenti che mostrano il passato e la storia della cittadina nel corso dei secoli, in particolar modo durante la dominazione veneziana. I luoghi e i monumenti più rappresentativi sono situati principalmente nel centro storico e nelle vie circostanti a esso. Meritano sicuramente una visita il Duomo di San Mauro Martire, e i ruderi del Castello di Maniago.
Posta in una posizione favorevole tra Pordenone e Udine e facilmente raggiungibile da Treviso, Venezia e Trieste, Maniago ha attirato negli ultimi anni un numero crescente di turisti, grazie ai numerosi eventi e ai luoghi di interesse del suo territorio, come il Museo dell'Arte Fabbrile e delle Coltellerie, l'EcoMuseo Lis Aganis, la Riserva naturale dei Magredi e manifestazioni quali Coltello in Festa e il Carnevale di Maniago.