Il borgo di Paciano, in Umbria, sorge poco distante dal Lago Trasimeno. La città medievale è posta sul monte Petrarvella dove, in antichità, si trovava un tempio consacrato al dio Giano. Vi si può accedere da tre porte: la Fiorentina, la Perugina e Porta Rastrella. Il borgo risale al XIV secolo, periodo in cui fu dato in feudo da Carlo IV a Guglielmo di Beaufort e successivamente incorporato allo Stato della Chiesa (prima metà del XVI secolo).
Il vecchio castello di Paciano viene citato per la prima volta in un diploma di Berengario I, marchese del Friuli e imperatore, emanato in Roma, nel 917, con il quale la corte di Paciano e quella di Panicale erano donate al marchese Uguccione di Bourbon. L’origine del nome, secondo alcuni storici può ricondursi a Giano , “Pace di Giano” e alla stessa divinità romana potrebbe riferirsi la traduzione da “Passus Iani” cioè “Passaggio al tempio di Giano”, i cui resti sono ancora visibili lungo l’antica via che collegava Chiusi al Trasimeno, l’attuale strada del Ceraseto.
Nel 1182 Federico Barbarossa confermò il possesso del possedimento alla badia di Campoleone. Nel 1258 è citato come “Villa Pacani”. Nel 1260 è di nuovo denominato Castrum Pacani e nel 1282 invece come Castrum Novum. Dal 1443 al 1444 il paese deve subire le angherie del Ciarpellone, ex luogotenente del Piccinino, il quale dopo aver devastato Piegaro si installa da padrone a Paciano finché Perugia non lo riscatta. Negli “Annali Decemvirali”, si cita Paciano in quanto beneficiario dal 1461 al 1473 di contributi per il restauro delle mura del castello e la realizzazione del torrione. Nel 1489 i Baglioni presero di nuovo dominio di Perugia e gli Oddi con i loro seguaci furono cacciati dalla città. Queste si dettero a devastare il territorio e dopo aver tentato di entrare in Panicale, vennero a Paciano e vi entrarono per il tradimento di un pacianese. I Baglioni si recarono con un esercito a Paciano per riannetterlo a Perugia. I pacianesi fecero sapere che erano disposti a cederlo alla città e alla Chiesa solo dietro la decisione del Papa. Il legato pontificio recuperò così Paciano a Perugia e alla Chiesa e gli Oddi con i loro seguaci dovettero promettere di abitare al di fuori del territorio di Perugia.
Nel 1509, per la fedeltà dimostrata verso la Chiesa, il Papa esentò tutti gli abitanti di Paciano Vecchio e del suo territorio dal pagamento di qualsiasi tributo. Nel 1672 il Papa Clemente X riconobbe e dichiarò Paciano Vecchia Contea. Il 12 febbraio 1798 Paciano abbandonò lo Stato Pontificio e passò sotto il governo della Repubblica Romana. Con l’invasione francese nel 1798, a Paciano, il giorno 13 febbraio, fu innalzato l’albero della libertà e il giorno 17 marzo fu istituita la Guardia civica, al comando di Giacinto Venturelli, già commissario. Il 28 aprile, di sera, giunse a Paciano un’armata “cattolica” di circa duecento uomini, proveniente da Magione, che abbattè l’albero della libertà e installò al suo posto il Crocifisso. Nel mese di dicembre dello stesso anno l’albero della libertà fu rialzato. Il 1° ottobre 1799 fu sciolta la Deputazione Repubblicana e fu ricostruito il Governo Pontificio. Nel 1809, con la campagna napoleonica, fu di nuovo abbattuto il Governo Pontificio. Nel 1860 il Regio Commissario, con sede a Castiglione del Lago, dette mandato al comune di Paciano di costruire la strada Paciano-Collelungo. Questa strada era attesa da anni dal popolo di Paciano. Nello stesso anno, al passaggio dell’esercito di Vittorio Emanuele II, anche Paciano, con un referendum sceglie di passare sotto il Regno d’Italia. Da questo momento Paciano cessa di avere una sua storia “personale” e si inserisce negli avvenimenti nazionali.
Il borgo presenta la tipica conformazione medievale, perfettamente conservata. La via principale parte da Porta Perugina e termina a Porta Fiorentina. Il centro storico è attraversato da 3 vie parallele: via Sensini, via Danzetta, via Rossini. Merita sicuramente una visita il Palazzo Comunale, la Torre d'Orlando e la Chiesa di San Giuseppe, al cui interno si trova una Madonna della Misericordia, dipinto della fine del XV secolo di Fiorenzo di Lorenzo. Presso la Confraternita del Santo Sacramento si possono ammirare due tavole lignee del XV secolo ed un affresco di Francesco di Castel della Pieve, pittore ritenuto maestro del Perugino. Nell'antica sede della Confraternita si trova anche la Collezione San Giuseppe, con oggetti d'arte dall'età etrusca sino all'inizio del XVII secolo. Da segnalare infine il Museo TrasiMemo, ovvero la Banca della Memoria del Trasimeno.