Le prime tracce di Portobuffolè sono legate alla sua frazione, Settimo, chiamata dai romani Septimum De Liquentia, in riferimento alla distanza di 7 miglia dall'antica Oderzo. Furono in molti a dominare la cittadina nel corso della sua storia, dai Carraresi al Patriarca di Aquileia, fino ai Ripalto, a Tolberto da Camino e a Samaritana Malatesta. Il dominio veneziano su Portobuffolè ha inizio nel 1339 e coincide con il periodo di massimo splendore per il borgo, a cui viene assegnato un podestà, uno stemma gentilizio e il titolo di Città.
Verso la fine del '700, soprattutto in seguito al Trattato di Campoformio, Portobuffolè viene aspramente contesa dai francesi e dagli austriaci.
Ognuno di questi signori e popoli hanno lasciato un segno a Portobuffolè, il cui centro storico è un vero gioiellino tutto da scoprire: oltrepassando la Porta Trevisana si raggiunge l'acciottolata Piazza Beccaria, davvero incantevole con gli eleganti palazzi con tanto di facciate affrescate, tra i quali Ca' Soler.
Non lontano dalla piazza ecco la trecentesca Casa Gaia Museum, residenza della famosa poetessa Gaia da Camino: la donna, alla quale è stata attribuita una vita dissoluta dai pettegolezzi, è citata anche da Dante nel Purgatorio della Divina Commedia, essendo il Sommo Poeta stato ospite del padre della donna, Gherardo da Camino. La Casa Gaia conserva splendidi affreschi del XIV secolo, legati al territorio circostante di Portobuffolè ma soprattutto alla vita di corte dell'epoca, tra dame, armigeri e paggi. L'edificio è anche sede del "Museo del Ciclismo", con tanto di maglie e cimeli come la canottiera di lana che Gino Bartali indossava durante l'incidente avuto al suo primo Tour de France.
Passeggiando per il centro storico di Portobuffolè si incontra poi la Torre Comunale risalente al X secolo: è in laterizio ed è l'unica superstite delle sette torri che difendevano la cittadina in passato. Ai piedi della torre si trova il Monte di Pietà, costruito durante il periodo veneziano: sulle sue facciate si possono ammirare affreschi raffiguranti la Pace, la Carità, la Giustizia e la Fame, ma anche il Leone di San Marco.
Un borgo dal ricco patrimonio storico ed enogastronomico
Tra i monumenti simbolo di Portobuffolè c'è il Fontego, ossia l'antica Dogana dove venivano riposti i viveri e i cerali e sulla cui facciata spiccano gli stemmi cinquecenteschi del podestà. Da vedere poi è il Duomo, che in realtà in passato era una grande sinagoga: l'edifico risale al 1559 e custodisce all'interno una bellissima pala della Vergine realizzata da Francesco da Milano, un organo con più di 400 canne in stagno e zinco e un pregevole crocifisso quattrocentesco di scuola tedesca.
Adiacente alla chiesa si trova la Casa dell'Arcisinagogo, nei pressi della quale è stato rinvenuto un tipico candelabro ebraico con sette bracci. Sulla sua facciata si trova una targa che ricorda la condanna al rogo al quale un gruppo di ebrei di Portobuffolè è stato condannato, per l'accusa ingiusta di infanticidio. La condanna è stata effettivamente eseguita ma a Venezia, nella centralissima Piazza San Marco.
Iconico è poi il Ponte Friuli, costruito in pietra nel 1780 al posto di un vecchio ponte levatoio in legno: percorrendo questo elegante ponte a due arcate, si possono scorgere una Bocca della Verità e pregevoli poggioli.
Poco fuori dal centro storico si trovano luoghi storici di grande bellezza come la Chiesa di San Rocco, con all'interno la Madonna della Seggiola risalente al 1524 e il neoclassico Oratorio di Santa Teresa: quest'ultimo si trova accanto all'elegante Villa Giustinian e all'interno mostra tutto il suo splendore con pavimenti decorati, soffitti affrescati e un crocifisso del Brustolon. Uno dei momenti migliori per visitare Portobuffolè può essere fine giugno, in occasione della rievocazione storica "Portobuffolè, XIII secolo", quando per le stradine del borgo sfilano centinaia di figuranti in abiti d'epoca.
Conoscere Portobuffolè significa anche degustare le tipicità del luogo: dal rognone di vitello, agli gnocchetti conditi con sughetto d'anatra fino alla zuppa di Portobuffolè a base di funghi, zucca e pane. Imperdibili sono anche i vini del territorio, in particolare i rossi dell'Alta Livenza.