U Sàsse, come è chiamato in dialetto il borgo di Sasso di Castalda, è citato per la prima volta come roccaforte normanna in un documento risalente al 1068 anche se il suo territorio risulta già abitato in epoca romana, quando lungo la Via Herculea sorgeva la stazione di Acidios.
Molte sono state le famiglie ad esercitare un dominio sul borgo lucano, dai D'Anchyai Pietrafesa fino ai Brienza ai D'Aragona: dopo aver partecipato nel 1647 ai moti popolari ed essere stata interessata seppur in minima parte dai fenomeni di brigantaggio, Sasso di Castalda nella metà dell'800 si spopola e tra i suoi più illustri figli emigrati ci sono il saggista Don Giuseppe De Luca e i genitori di Rocco Petrone.
Quest'ultimo è stato uno degli ingegneri che hanno partecipato al lancio dal Kennedy Space Center della missione Apollo 11, ovvero quella che ha portato l'uomo sulla Luna: pare sia stato lo stesso Petrone a pronunciare la frase "3-2-1 Go".
Non sorprende che qui nel 2017 sia sorto il Ponte alla Luna, un suggestivo e adrenalinico ponte tibetano che sovrasta il corso di un torrente da 102 mt di altezza: è lungo 300 mt e spesso è smosso dal vento, oscillando tanto da fare tremare chi si avventura a percorrerlo.
Per raggiungere il Ponte alla Luna bisogna partire dal centro di Sasso di Castalda, percorrere un sentiero che costeggia il Fosso Arenazzo e superare il Ponte Petracca, anch'esso tibetano ma lungo solo 95 mt e alto appena 30 mt. Oltre questo ponte si raggiunge una zona che più di tutte rivela formazioni rocciose di diverse ere geologiche, a conferma quanto Sasso di Castalda sia un vero e proprio geosito formatosi più di 25 milioni di anni fa.
Il centro storico di Sasso di Castalda, un tempo chiamato Pietra Castalda, è un piccolo gioiello che stupisce con i vicoli lastricati, le case in pietra abbellite da balconcini in ferro battuto, irte scalinate e incantevoli belvederi con vista sull'Appennino Lucano.
Il principale edificio religioso del borgo è la Chiesa dell'Immacolata Concezione affacciata su Piazza del Popolo: all'interno è possibile ammirare una bellissima statua trecentesca della Vergine col Bambino, affreschi del '600, un busto di Sant'Emidio risalente al '700 e un dipinto della Madonna del '600.
Tra centro storico e sentieri escursionistici
Il modo migliore per conoscere la storia e il passato di questo pittoresco borgo è percorrere il Sentiero CAI Frassati, lungo 22 km e facilmente percorribile all'inizio, un po' più difficoltoso nella seconda parte.
Questo percorso racchiude una serie di vie a tema e si parte da quella della Pietà, che permette al visitatore di scoprire i principali luoghi spirituali del territorio, dalla Chiesa di San Rocco con il campanile ottocentesco dal quale risuonano ben tre campane, alle piccole cappelle come quella della Madonna delle Grazie nel caratteristico Borgo della Manca, fino alle edicole votive e alle croci devozionali, tra le quali una risalente al 1587.
Si passa poi alla Via del Grano che porta alla scoperta dell'Oasi del Cervo e, oltrepassando il torrente di San Michele attraverso un ponticello di legno, ai ruderi del Mulino del Conte.
Superando un altro ponte sullo stesso torrente, ci si avvia sulla Via dell'Acqua che porta al limitare del Bosco La Costara, alla sorgente Acqua Ceresola e poi a costruzioni riconducibili all'Acquedotto Pugliese.
Oltrepassata la Via dei Pastori, con le sue antiche masserie e i suoi pascoli, si raggiunge la Via dei Boschi, forse la più spettacolare di tutte: superando un fitto boschetto di abeti e pini, si passa per la Fontana di Fossa Cupa e per un bosco di faggi, alla volta del Comprensorio Sciistico Arioso-Pierfaone e poi alla cima a 1710 mt di altezza.
Ci sono poi la Via delle Nevi, che permette all'escursionista di raggiungere il Rifugio del Forestale e il Belvedere delle Scaledde con vista sul Monte Maruggio e infine la Via dell'Aria, il cui gioiello più prezioso è il Faggio di San Michele che, secondo la leggenda, fiorisce prima di tutti gli altri, annunciando alla popolazione di Sasso di Castalda il sopraggiungere della primavera.
Chi ama le escursioni può anche optare per la Via Ferrata Arenazzo: basta partire sempre dal centro storico del borgo, arrivare fino al letto del fiumiciattolo Arenazzo e oltrepassare l'ennesimo ponte tibetano di Sasso di Castalda, oltre il quale inizia questa via ferrata che si inerpica in un territorio selvaggio, all'ombra di altissime pareti rocciose.
Il percorso prevede il superamento di un altro ponte tibetano, questa volta decisamente impegnativo perché è costituito da una sola fune da percorrere mantenendosi in equilibrio nonostante i vari supporti di sicurezza presenti.
Scegliendo invece la Via Ferrata Belvedere si raggiungono non solo i ruderi del vecchio castello ma anche la piattaforma Sky-Walks, sospesa nel vuoto e con una vista indimenticabile sul Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Angri Lagonegrese.