Seclì, piccolo e caratteristico borgo autentico, si trova nel versante occidentale del Salento, in Puglia.
Seclì, piccolo e caratteristico borgo autentico, si trova nel versante occidentale del Salento, in Puglia.
Il borgo di Seclì si trova nel versante occidentale del Salento, tra la Serra di Cutrofiano e la Serra dei Campi Latini. L'agro di Seclì è coltivato principalmente ad uliveto e a vigneto.
Una tesi ne fa derivare l'etimo dalla parola latina seculum, una moneta di epoca romana. Potrebbe inoltre derivare da Sicli, parola ebraica che indica un'antica unità monetaria in uso già al tempo di Cristo.
Alcuni studiosi fanno risalire le sue origini ai tempi della guerra tra truppe romane e Pirro. Seclì sarebbe stato in questo caso un luogo di accampamento scelto dai romani. Secondo l'umanista Antonio De Ferrariis, detto il Galateo, il paese è stato fondato da alcuni fuggiaschi del casale di Fulcignano che, persa la battaglia con Galatone, si rifugiarono nelle campagne circostanti fondando nuovi centri. Il De Rossi crede invece che Seclì avrebbe avuto origine in epoca normanna. A questo periodo risale la prima documentazione storica e da questa si evince che faceva parte della Contea di Lecce, e che nel 1192, re Tancredi d'Altavilla concesse il feudo a Filippo de Ranna (o Filippo de Persona) con il titolo di barone. Nel corso del XIV e XV secolo la proprietà del feudo passò ai Brienne, ai d'Enghien e agli Orsini Del Balzo. Nel 1484, con l'occupazione della flotta veneziana di Gallipoli, Seclì fu invasa dai veneziani. Nella prima metà del Cinquecento si susseguirono i De Persona, i Del Dolce e i Caracciolo. Nel 1550 divenne feudataria di Seclì, con il titolo ducale, la nobile famiglia spagnola dei D'Amato giunta in Italia al seguito degli aragonesi. Nel 1686 passò ai Sanseverino, nel 1796 ai baroni Rossi, signori di Caprarica di Lecce, ed infine nell'Ottocento ai Papaleo.
Il Palazzo Ducale venne edificato nella seconda metà del XVI secolo dalla famiglia feudataria dei D'Amato, (vedi Francesco D'Amato con la consorte Caterina e i cinque figli tra cui la famosa Suor Chiara d'Amato) sul luogo di un preesistente fortilizio difensivo. Fu ristrutturato nel corso del Settecento in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 20 febbraio 1743. Il palazzo, acquistato nel 1998, è di proprietà dalla locale amministrazione comunale. Il palazzo è stato più volte soggetto ad occupare le sagre tipiche del paese e le festività natalizie.
La realtà economica di Seclì è stata caratterizzata, da secoli, dalla commercializzazione e dal consumo delle carni di cavallo.
La Festa Patronale in onore di Sant' Antonio da Padova il 30-31 luglio e 1º agosto di ogni anno richiama numerosi turisti e devoti che omaggiano il Santo con semplici gesti. Suggestiva è la solenne processione per le vie del paese addobbate a festa dalle fantastiche luminarie e accompagnata dal suono della banda. Altre tradizioni legate al culto del Santo di Padova sono le polpette di carne al sugo, la tradizionale "asta" per aggiudicarsi l'onore di portare in spalla il Santo per le vie del paese, il bacio della reliquia e il pane benedetto di Sant' Antonio per i poveri e gli ammalati. Il paese è profondamente legato al culto di questo Santo e la devozione si trasmette anche ai più piccoli che imparano dai nonni le antiche preghiere in dialetto dedicate a Sant'Antonio.
Borgo di Seclì
Comune di Seclì
Provincia di Lecce
Regione Puglia
Abitanti: 1.880
Altitudine centro: 74 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Borghi Autentici d'Italia
Il Comune
Via Puccini 20 - tel. 0836554213