La quasi totalità del territorio del borgo di Sirolo, nelle Marche fa parte del Parco Regionale del Conero, uno dei siti più importanti d'Italia per il birdwatching e ricchissimo di flora, tipica della macchia mediterranea (corbezzolo, leccio, pino di Aleppo, ginestra, tasso, ecc.) e di fauna (caprioli, cinghiali, lupo appenninico, volpi, scoiattoli, faine, donnole, lepri, fagiani, starne, ghiandaie). Luogo di nidificazione del falco pellegrino, del passero solitario e della farfalla del corbezzolo, unico per quanto concerne la fascia adriatica della penisola.
Il nome deriva dal condottiero Sirio, al seguito del generale Belisario, a cui intorno all'anno 540 Giustiniano I donò il territorio di Sirolo, dopo la sconfitta dei Goti che avevano invaso il Piceno.
Sirolo registra una delle più remote presenze umane delle Marche. Sin dalla preistoria misteriosi abitatori lasciarono i segni della loro presenza databile a 100 mila anni fa. Nell'età neolitica altre comunità occuparono Sirolo e il Conero e ancora, scendendo più giù nel tempo, altre presenze, nell'età del bronzo, ed altri insediamenti, quelli piceni, animarono questa terra, seminandola di abitati e poi di necropoli, ancora oggi non tutte dissepolte. A Sirolo vi è un percorso archeologico nella più grande necropoli picena delle Marche (VI sec. a.C.) - l'unica visitabile nella regione – in cui sono stati rinvenuti straordinari e numerosissimi reperti che compongono le associazioni funerarie di una straordinaria sepoltura qual è la cosiddetta “Tomba della Regina”. I quasi duemila ritrovamenti della predetta tomba confermano l'esistenza di una comunità che aveva raggiunto una concezione elevata del ruolo femminile all'interno dell'antica società italica. Chiara è anche l'impronta ellenica nei luoghi. I Greci che, a partire dal IV sec. a.C., risalivano le coste dell'Italia Meridionale, in questi luoghi trovarono terre ricche e feconde in cui fondare città. Qui fissarono la lorodimora e chiamarono il Conero Komaros, ribattezzato dai Romani Cumerium – corbezzolo - perché a ottobre il Monte Conero si colora di corbezzoli, piccoli, rotondi e colorati frutti diventati il simbolo della cordialità e del benvenuto all'ospite. Anche i Romani giunsero e si insediarono a Sirolo, ne apprezzarono le messi e il vino e lasciarono a loro testimonianza opere idrauliche come l'acquedotto e arredi artistici nelle ville del territorio. Durante il dominio romano faceva parte della cives Humanae. Attorno all'anno mille, la necessità di difendersi dalle scorrerie dei barbari, favorì il sorgere del castello di Sirolo. Sirolo, inespugnata, resistette per tutto il medioevo come struttura fortificata, con le sue torri, le sue mura, la sua corte e il suo arco gotico del 1050, porta della città.
Nel 1225 la famiglia dei conti Cortesi, signori del luogo, cedettero la città ad Ancona in cambio del titolo nobiliare. Per questo motivo Sirolo è considerata uno dei Castelli di Ancona. Sirolo ebbe una certa autonomia dal 1465 alla fine del XVII secolo, quando entrò a far parte dello Stato della Chiesa.
Il centro storico, borgo di origine tardo medioevale, conserva un fascino antico legato alle sue origini di castello fortificato ed è costituito da un dedalo di vicoli caratteristici, percorribili solo a piedi, tra angoli e scorci di grande impatto. Dalla piazza panoramica nel centro del paese si ammirano le più belle spiagge della Riviera del Conero, gran parte della costa marchigiana e, nelle giornate più limpide, le isole Kornati e la Croazia. Vi sono importanti monumenti fra cui la Badia di San Pietro sul Conero (XI sec.), piccola chiesa di architettura romanica, che prospetta su di una piccola piazzetta ed un portale barocco, la chiesa parrocchiale di San Nicola del 1765, costruita sui resti di una chiesa preesistente risalente al 1230, la chiesa del SS. Rosario del XVIII sec. a pochi passi dalla porta medioevale, la chiesetta dedicata alla Madonna (anno 1536) in località "La Madonnina" ed il teatro comunale Cortesi, minuscolo gioiello d'architettura di fine ‘800.