Tirano (Tiràn in dialetto valtellinese) è un borgo che si trova in Lombardia, in provincia di Sondrio, a circa 2 km dalla Svizzera. Sull’etimologia del nome il dibattito tra storici e specialisti si è protratto a lungo nel corso dei secoli e alcuni hanno optato per “inter amnes”, cioè tra i fiumi: infatti il paese si trova tra i fiumi Adda e Poschiavino. Sorge a un'altitudine di 450 m in una cornice di montagne: a sud le Alpi Orobie valtellinesi, a nord il massiccio del Bernina e a nord-est quello dello Stelvio. I suoi innumerevoli rinvenimenti archeologici testimoniano che il borgo di Tirano fu già abitato in epoca preistorica e, a oggi, si può ritenere che il suo nucleo abbia origini romane. Celebre per il suo Santuario della Madonna di Tirano, il borgo è tuttavia un importante centro turistico e meta d’incontro di diverse vie di comunicazione, nonché capolinea della linea ferroviaria Tirano-Sankt Moritz.
Il Santuario della Madonna di Tirano è sito nei pressi del Museo Etnografico Tiranese, nella parte settentrionale dell’abitato, e rappresenta l’espressione architettonica rinascimentale e religiosa più importante della Valtellina. In Piazza della Chiesa sorge la Collegiata Prepositurale di San Martino e, passeggiando per le vie del centro, è possibile ammirare la modesta, ma pur sempre raffinata, Chiesa di Sant’Agostino e il Palazzo Visconti Venosta - ora Quadrio Curzio - elegante dimora rinascimentale. Per gli amanti dell’architettura del XVI - XVII secolo, il borgo di Tirano offre diversi esempi di residenze nobiliari valtellinesi: come il Palazzo Salis, il Palazzo Marinoni, il Palazzo Merizzi, il Palazzo D’Oro-Lambertenghi, Palazzo Pievani, il Palazzo Parravicini, il Palazzo Buttafava e il Palazzo Torelli. In una posizione dominante rispetto al resto del borgo, sorge il Castello Omodei - o Castellaccio - uno degli edifici più antichi e suggestivi della cittadella.
Oltre a essere un comune ricco di storia, il borgo di Tirano gode di una tradizione secolare nella lavorazione del peltro - antica lega metallica utilizzata per la produzione di oggetti artistici, monili, trofei e stoviglie - e alla lavorazione del grano saraceno, che ha permesso la realizzazione di famosi piatti tradizionali come la Polenta Nera, i Pizzoccheri, gli Sciatt e i Chisciol.