Venosa

Sito preistorico, parco archeologico, catacombe Ebraico Cristiane, dimore storiche, musei e chiese: ecco il vasto e diversificato piano di offerta culturale che la Città mette a disposizione dei turisti. Un tuffo nel passato sulle tracce di una grande ricchezza culturale, nel mito del grande poeta Orazio Flacco, sulle note del principe dei musici e madrigalista Carlo Gesualdo.

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Venosa dall'alto
martino peloso/flickr
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Venosa, Chiesa Incompiuta
Fabrizio Buoso/flickr
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Chiesa della Santissima Trinità, Venosa
Peter Boutin/flickr
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Venosa, Chiesa di San Filippo Neri
SerFeo/shutterstock
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Venosa, Castello
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Venosa
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Venosa
Castello di Venosa - martino peloso flickr
Castello di Venosa
martino peloso/flickr
Chiesa di San Filippo Neri a Venosa -Gianfranco Vitolo flickr
Chiesa di San Filippo Neri
Gianfranco Vitolo/flickr

Patria del poeta latino Quinto Orazio Flacco, Venosa si trova nella regione del Vulture-Melfese, in Basilicata.
L'origine del nome è da ricercarsi nel motivo della sua fondazione, avvenuta in onore della Dea Venere. Le tracce rinvenute assieme a resti di una necropoli neolitica, trovati in località Toppo d'Aguzzo a Rapolla nelle vicinanze del territorio venosino, certificano la presenza umana nel territorio di Venosa sin dai tempi della Preistoria. Gran parte di queste testimonianze si trovano al "Parco Paleolitico" di Notarchirico.

Ricca di gioielli artistici e architetture di pregio si possono ammirare sin da quando si fa ingresso nel paese, tra la Chiesa della Trinità e l’annessa Incompiuta, luoghi sacri fortemente legati all’origine della dinastia normanna, il vicino Parco archeologico, finché si giunge nel cuore del suo centro storico dove domina il maestoso castello Pirro del Balzo (sede del Museo Archeologico Nazionale), per poi scoprire, poco fuori dalla città le catacombe ebraiche in prossimità di quelle cristiane, dimostrazione della presenza di una consistente comunità ebraica tra il IV e il IX secolo.
Da non perdere, poi, sono la cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, il sito preistorico paleolitico di Notarchirico, tra i più antichi d’Europa, la cosiddetta Casa di Orazio, diversi palazzi storici e fontane, come quella Angioina, o dei Pilieri, proprio di fronte al castello, eretta nel 1298.

Venosa è teatro di eventi dalla varia ispirazione, culturale, religiosa ed enogastronomica, in ogni momento dell’anno, come in occasione di “Aglianica”, che da quasi un ventennio nell’area del Vulture-Melfese celebra l’Aglianico Doc.

La storia

La cittadina, probabilmente fondata dalle popolazioni latine, fu strappata dai Romani ai Sanniti nel 291 a.C. dal console Lucio Postumio Megello, che ne fece una colonia latina, ove si trasferirono circa 20.000 individui.
Durante la seconda guerra punica, nel 208, vi morì il console Marco Claudio Marcello, attaccato da Annibale durante una ricognizione. Nel 190 a.C. la fondazione della Via Appia è occasione di forte sviluppo del centro e nell'89 a.C. ricevette il titolo di Municipium (città romana), ottenendo il diritto di voto e di cittadinanza per i suoi abitanti.
Nel 65 a.C., nel municipio nacque e visse la propria adolescenza Quinto Orazio Flacco, uno dei più illustri poeti dell'epoca antica, emigrato, in seguito, a Roma. Nel 43 a.C. fu oggetto di una nuova deduzione da parte dei triumviri, che ne espropriarono i terreni dell'ager publicus, ridistribuendoli tra i veterani.
Con l'età imperiale, nei primi periodi dell'avvento del Cristianesimo (intorno al 70 d.C.), si insediò a Venosa una delle prime comunità ebraiche in Italia, che riuscì a integrarsi con la popolazione locale. Una testimonianza di tale convivenza è la collina della Maddalena, in cui sono collocate nelle sue cavità sia sepolture semite che cristiane.
Nel 114 d.C. fu aperta la via Traiana, che collegava Benevento e Brindisi ma che non toccò Venosa, portando conseguenze economiche svantaggiose per la città. Con la caduta dell'impero romano e il conseguente avvento dell'era medievale, Venosa fu soggetta a ripetute occupazioni da parte di popolazioni barbariche dal V secolo.

Nel 476 gli Eruli di Odoacre invasero la cittadina mentre gli Ostrogoti, nel 493, la trasformarono in un centro amministrativo, politico ed economico, titolo in seguito conferito ad Acerenza. Tra il 570 e il 590, i Longobardi la elessero sede di gastaldato; nell'842 la città fu saccheggiata dai Saraceni, i quali, a loro volta, furono cacciati da Ludovico II, imperatore del Sacro Romano Impero.
Seguirono i Bizantini, che furono sconfitti, durante la battaglia del fiume Olivento, dai Normanni di Arduino nel 1041. Durante il dominio normanno, Venosa fu assegnata a Drogone d'Altavilla. Da segnalare anche la presenza dei Greci intorno al 980 d.C., testimoniata dal monastero di "San Nicola di Morbano".
Nel 1133, Venosa fu saccheggiata e data alle fiamme da Ruggero II di Sicilia. Con la venuta degli Svevi, Federico II fece costruire un Castello, eretto in un luogo ove esisteva un fortilizio Longobardo dell'XI secolo. Nel 1232, nasce a Venosa il futuro imperatore svevo Manfredi, figlio di Federico II e Bianca Lancia.

Dopo un continuo avvicendarsi di signori feudali, la città fu concessa in feudo agli Orsini nel 1453. Dopo gli Angioini, si stanziarono gli Aragonesi della famiglia Gesualdo, che divennero, nel 1561, feudatari e principi di Venosa, rendendo la città un importante centro di attività culturali, intellettuali e artistiche.
Fu in questo periodo che visse il principe Carlo Gesualdo, musicista tra i più prestigiosi del suo tempo ma anche tra i più discussi; si dice che il compositore si sia rifugiato nel suo feudo di Gesualdo dopo aver assassinato, a Napoli, la sua sposa (nonché cugina) Maria d'Avalos, rea di averlo tradito con il duca di Andria, Fabrizio Carafa. Nel 1808, Venosa divenne la terza città con più possedimenti della Basilicata, dopo Melfi e Matera, oltre ad avere diritto attivo e passivo nel Parlamento Nazionale Napoleonico.
Nel 1820, ebbe un piccolo ruolo nelle sommosse contadine e nei moti carbonari. Con l'unità d'Italia, nel 1861 fu conquistata dai briganti del rionerese Carmine Crocco, i quali, dopo aver sconfitto la guarnigione della Guardia Nazionale venosina, furono accolti e appoggiati dalla popolazione locale. Durante l'occupazione fu ucciso Francesco Saverio Nitti, nonno dell'omonimo meridionalista.

Borgo di Venosa
Comune di Venosa
Provincia di Potenza
Regione Basilicata

Abitanti: 11.837 venosini
Altitudine centro: 415 m s.l.m.

il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Città del vino

Il Comune
Via Vittorio Emanuele 198 - Tel. 0972-308611

Accessibile ai disabili
Area di sosta camper
Borghi più belli d'Italia
Borgo con castello
Città del vino
Castello Aragonese
Piazza Umberto I, 21 - Venosa - Potenza
Anfiteatro Romano
Strada Provinciale 18 Ofantina, 13 - Venosa - Potenza
Cattedrale di Sant'Andrea
Piazza Municipio, 1 - Venosa - Potenza
Catacombe Ebraiche
Strada Provinciale 18 Ofantina, 13 - Venosa - Potenza
Complesso della Santissima Trinità 
Strada Provinciale 18 Ofantina, 13 - Venosa - Potenza
Casa di Quinto Orazio Flacco
Via F. Frusci, 40 - Venosa - Potenza
Area archeologica di Notarchirico
Contrada Notarchirico - Venosa - Potenza

IN AUTO

  • Da Nord: immettersi sull'autostrada A14 ed uscire allo svincolo di Foggia. Prendere la SS 655 Bradanica, Foggia - Matera, ed uscire a Venosa sud. Oppure immettersi sull'autostrada A1. Allo svincolo di Caserta, immettersi sulla A16 Napoli - Canosa ed uscire a Candela. Prendere la SS 655 Foggia - Matera ed uscire allo svincolo Venosa sud.
  • Da Sud: immettersi sull'autostrada Salerno - Reggio Calabria, uscire a Sicignano e deviare per il raccordo autostradale: Sicignano - Potenza. Immettersi sulla SS 658 Potenza - Melfi. Uscire allo svincolo per Barile-Ginestra-Venosa e seguire la segnaletica.
  • Da Bari: seguire in autostrada la direzione Napoli fino al casello di Cerignola Ovest; poi seguire le indicazioni per Venosa.
  • Da Matera: immettersi sulla SP 6 direzione SP 8, prendere la SS 655 in direzione SP 25 - Spinazzola, uscire a Palazzo S.G. e proseguire per Spinazzola/Lavello/Candela/Foggia SS 168, immettersi sulla S.P. 25 direzione Lavello/Venosa, uscire a Venosa sud/Montemilone, proseguire sulla S.P. Ofantina direzione Venosa.

IN AEREO

  • Aeroporto di Bari
  • Aeroporto di Napoli

Venosa, assieme ad altri borghi del Vulture come Genzano di Lucania, Barile, Melfi, Rionero, Acerenza, Ripacandida e Rapolla, produce l'Aglianico del Vulture DOC, considerato uno dei migliori vini rossi italiani. Il vitigno fu portato in Italia dai coloni greci e i Romani lo sfruttarono per produrre il vino Falerno. Venosa ha anche ospitato diverse edizioni dell'Aglianica, manifestazione vinicola a livello nazionale che promuove il prodotto locale (altri comuni ove si tiene l'evento sono Rionero, Barile e Melfi). Rinomato è anche l'olio extravergine, prodotto anch'esso in altre zone del Vulture. Venosa ha numerosi piatti tipici:

  • Lagane e Ceci. Le Lagane sono un tipo di tagliatelle a base di farina di grano duro già conosciute ai tempi dell'Antica Roma. Si ottengono da una sfoglia circolare, arrotolata su sé stessa e tagliata a listarelle con un diametro di circa un centimetro. Vengono preparate con ceci, olio d'oliva, pomodori pelati, basilico, aglio, sale e pepe.
  • Past' e tar' cucòzz - Penne condite con i talli di zucca, pomodori pelati, aglio, prezzemolo, olio d'oliva e sale.
  • Strascinati con lu 'ntruppc - Pasta fatta in casa, detta "con lu 'ntruppc" (intoppo) per il gradevole intoppo per lingua e palato. Gli strascinati vengono preparati con un sugo composto da pezzi di carne mista come maiale, vitello e salsiccia, in aggiunta di cipolla, pecorino, olio di oliva e sale. Questo sugo, che in genere viene preparato durante grandi occasioni di festa, era anche detto della "mamma", per la cura che ella dedicava nel cuocerlo sin dalle prime ore del mattino.
  • U cutturidd - Carne di pecora (o agnello) tagliata a pezzi grossi, condita con pomodori piccoli e maturi, peperoncino piccante, patate e cipolle tagliate, aglio, lardo, prezzemolo, olio d'oliva e sale. Tutti gli ingredienti, in aggiunta di acqua, vengono messi a cuocere in un tegame di terracotta a fuoco lento.
  • Lampascioni fritti - Piccole cipolle selvatiche fritte con olio d'oliva e condite con aglio, peperoncino piccante e sale.
  • Pizzicannelli - Dolcetti di colore scuro, fatti con cacao, cannella, mandorle (sgusciate, abbrustolite e macinate), buccia di limone grattugiata, caffè e zucchero.
  • Raffaiuoli - Dolcetti di colore bianco ricoperti di una glassa fatta con uovo e zucchero.
  • Mercato settimanale: primo sabato e terzo giovedì del mese, in centro;
  • Dopo la Pentecoste - Festa della Santissima Trinità. Una delle Feste più rappresentative del borgo di Venosa, si svolge presso la chiesa della Santissima Trinità;
  • Agosto - Sagra delle Ciammarichidd, ovvero le lumachelle. La sagra vede protagonisti i prodotti tipici, insieme ad alcuni gruppi folcloristici;
  • Certamen horatianum - Gara di traduzione e commento storico-letterario delle opere di Orazio, che si tiene ogni anno nella sede del Liceo Classico Statale "Q. Orazio Flacco".
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