Volpedo ( Volped nel dialetto locale), in Piemonte, è il borgo natìo del pittore Giuseppe Pellizza, autore del Quarto Stato. Altre eccellenze sono la coltivazione della pesca e la frutticoltura in generale. Il nucleo storico sorge su una collinetta sulla sponda destra del torrente, attorno alla quale vennero costruite le mura del castrum , la quale si allunga verso il torrente Curone, costituendo un punto di guado verso la sponda opposta.
Una stele sepolcrale testimonia la presenza romana già nel I secolo, anche se l'insediamento risale probabilmente alle antiche popolazioni liguri. La prima memoria scritta del paese è del 21 agosto 966, dove si nomina la pieve. Per tutto il X secolo il paese è attestato con diversi nomi: Vicus Piculus , Vicus Peculus , Vipegulus , Vulpeculus , quindi comunque un Vicus , cioè un villaggio romano. Sempre dello stesso periodo sarebbe, oltre che la pieve il castrum, il villaggio fortificato di cui ancora oggi è visibile parte della cinta muraria (ricostruita nel XVI secolo). Nel XII secolo diventa Vicus pecudis, villaggio delle pecore, e le sue sorti si legano alla città di Tortona, a cui presta soccorso durante l'assedio di Federico Barbarossa nel 1155. Nel 1347 Tortona passa sotto i Visconti di Milano che nel 1412 concedono Volpedo come feudo al capitano di ventura Perino Cameri. Quest'ultimo nel 1425 lo dona alla Fabbrica del Duomo di Milano che consente al borgo notevole autonomia amministrativa. Nel 1513 la storica rivalità con il villaggio di Monleale, sulla sponda sinistra del Curone, di fazione Ghibellina, e Volpedo, Guelfo, portò alla distruzione di quest'ultima, comprese le mura del castrumche vennero ricostruite a partire dal 1589 quando Milano era sotto la dominazione spagnola. Nel 1738 Volpedo, insieme a tutto il tortonese, passa sotto il regno di Sardegna e viene data dai Savoia al marchese Filippo Guidobono Cavalchini di Momperone per poi passare nel 1849 ai Malaspina.
Principale monumento del paese è la Pieve romanica di San Pietro, che conserva al suo interno interessanti affreschi di scuola tortonese.
Il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) fece la scelta di vivere e lavorare nel paese in cui era nato e, in segno di attaccamento alla sua terra, di aggiungere alla sua firma "da Volpedo". All'estremità del borgo, verso il cimitero, si trovano la casa natale e lo studio di Giuseppe Pellizza da Volpedo. In esso sono conservati strumenti di lavoro, oggetti personali, libri e anche alcune opere dell'artista.