Zavattarello è un piccolo borgo medievale che si trova in Oltrepò Pavese, in Lombardia. Fin dall'antichità in una posizione strategica, il paese sorge nell'area del Nord Italia definita "Quattro Regioni", perché punto di incontro di quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria. Queste valli sono accomunate da tradizioni, piatti tipici e vicende storiche.
Ormai è noto che il nome "Zavattarello" derivi dall'attività artigianale più praticata nel Medioevo, quella dei ciabattini: infatti il volgare savatarellum indica proprio il luogo dove si confezionano le ciabatte (savatte).
Il borgo è costituito da un nucleo centrale dominato dal Castello Dal Verme, ove le case hanno mantenuto la patina dei secoli: è il borgo antico medievale, che i paesani chiamano "Su di dentro" perché in passato era cinto da robuste mura difensive. Più sotto si sviluppa il paese nuovo, tagliato dalla strada provinciale che congiunge la SS412 della Valtidone alla SS461 del Penice.
Al caratteristico paese vecchio acciambellato attorno al castello si accede da Piazza Luchino Dal Verme, passando sotto l'arco in pietra di una torre d'ingresso medievale. Da notare di questa torre è l'arco d'ingresso in pietra arenaria. Altre tre torri come questa costituivano il sistema difensivo del "Su di Dentro", assieme alle mura di cinta fortificate, in parte ancora visibili dall'esterno del borgo. Quella che oggi appare come una stretta viuzza era un tempo la strada principale del paese, che conduceva fino al maniero in cima alla collina. Sulla sinistra, oltrepassato questo "voltone", si vede il "corpo di guardia", un angusto vano destinato ad accogliere gli armigeri di sentinella. La prima via che si inerpica a destra, dopo un edificio rimodernato che fu sede delle carceri mandamentali ottocentesche, è il vicolo dell'Abate, uno degli scorci più caratteristici del "Su di Dentro". Il suo nome è dovuto all'antica presenza di un monastero.
La visita al paese vecchio può riservare piacevoli scoperte: all'osservatore attento non mancherà di notare, sopra lo stipite in arenaria di un'antica casa, una formella in terracotta raffigurante una Madonna con Bambino, pregevole opera di un ignoto artista seicentesco. Sotto questa formella, al centro dell'architrave dell'ingresso, è scolpita una caratteristica croce, che si ritrova anche su altre architravi di porte e finestre delle più antiche case del borgo. Anche la parte più recente del paese presenta attrattive. La piazza principale, circondata dalle tipiche case in pietra a vista, è dominata su un lato da un grande palazzo ottocentesco: in origine dimora dei Dal Verme, divenne negli anni '70 sede municipale, poi scuola media, e adesso ospita la biblioteca comunale e le sedi delle associazioni del territorio. Più in alto sulla destra, prima della strada carrabile che conduce al castello, un imponente edificio seicentesco ospitava la pretura e le carceri in uso fino a metà Ottocento. All'ingresso della piazza, si incontra l'Oratorio trecentesco di San Rocco. Era originariamente parte di un monastero cistercense putroppo ora scomparso, i cui edifici comprendevano probabilmente anche l'attuale Municipio. L'altare maggiore presenta una superba ancona seicentesca in legno dorato che Ambrogio Corona (in "Zavattarello perla dell'Oltrepò") ha definito "un capolavoro dell'arte barocca".
La chiesa parrocchiale di San Paolo si trova invece quasi ai bordi del paese in direzione di Varzi, su una collinetta che le ultime ricerche dicono fosse sede di un antichissimo santuario pagano. Proprio dalla divinità qui venerata, Saturno, pare derivi il nome più antico di Zavattarello: Sarturanum. L'aspetto attuale della chiesa è quello del rifacimento cinquecentesco, anche se la costruzione pare sia più antica del castello. Infatti proprio in questa chiesa sostarono i monaci di Bobbio nel 929 durante il loro viaggio per portare le spoglie di S. Colombano a Pavia, lungo il percorso noto come Via S.ti Columbani. Notevole, alle spalle dell'edificio, il cimitero ottagonale seicentesco, che ospita anche le tombe di famiglia dei Conti Dal Verme. Poco più avanti, lungo la strada provinciale, si incontra il Museo "Magazzino dei Ricordi", che attraverso un percorso di vita quotidiana consente la scoperta di oltre un secolo di tradizioni: un patrimonio culturale che affonda le radici nella notte dei tempi e che testimonia la lunga, ricca, sofferta storia del lavoro e della fatica dell'uomo. Imperdibili le attività didattiche e le iniziative per grandi e piccini.
Zavattarello è il luogo ideale per gli amanti della pace e del silenzio quanto per chi cerca un posto vivo dalla ricca offerta culturale e di intrattenimento.