C’è una Cosenza moderna che si distende lungo la riva sinistra del Crati, il principale fiume della Calabria, che nasce dalle pendici occidentali della Sila per sfociare nel golfo di Taranto, presso i laghi di Sibari.
C’è poi la Cosenza più antica e raccolta che invece s’arrampica sul colle Pancrazio.
Fondata dai Bruzi nel IV secolo a.C., è la più settentrionale dei capoluoghi di provincia calabresi, riconosciuta nel 2008 città d’arte.
Foto di @bry_helene – @yallerscalabria
Delle terre dei Bruzi divenne capitale arrivando a controllare la Lucania e gran parte delle terre della Magna Grecia Calabra. In epoca romana Cosenza divenne poi importante crocevia commerciale, passando in mano longobarda e successivamente sotto i bizantini, divenendo poi ducato svevo.
Fu però in epoca aragonese che la città conobbe quella che sarebbe stata la prima importante fioritura culturale.
E’ con il fiume Busento che il Crati si unisce alla base della zona antica della città; i due fiumi delimitano rispettivamente i confini occidentale ed orientale della zona più pittoresca di Cosenza, quella che sale fino al poggio che ospita il castello Svevo, costruito dai Saraceni sui ruderi dell’antica Rocca Brettia.
Autentico tesoro del centro storico è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente alla metà dell’XI secolo, dalla facciata a tre portali sovrastati da altrettanti rosoni. L’interno è a croce latina, suddivisa in tre navate di otto campate ciascuna.
Cuore religioso della città vecchia, piazza del Duomo si contrappone all’elegante piazza XV Marzo, sulla quale si affacciano il monumento ai Martiri del 1844, quello a Bernardino Telesio, il Palazzo della Prefettura e il Teatro Comunale Alfonso Rendano, che affonda le sue radici nel Rinascimento, e dove giunge la via principale del centro storico, quel corso Telesio che taglia in due la città alta, e che prende il nome dal filosofo locale, del XVI secolo, autore del “De rerum natura iuxta propria principia”.
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E’ un alternarsi di belle facciate, tesori artistici e pittoreschi vicoli Cosenza antica, che apprezziamo anche attraverso le sue belle botteghe artigiane, di sedie, cesti, cappelli e ceramiche artistiche, i suoi negozi di prodotti dell’enogastronomia locale e le sue fornite enoteche.
Merita una visita il Museo dei Bretii e degli Enotri, allestito nel quattrocentesco complesso monumentale di Sant’Agostino, che propone un’interessante collezione espositiva di reperti archeologici della città e provenienti da svariate località della provincia. Tra i tesori del museo una stele sepolcrale di età tardo imperiale romana.
Oltre ad essere una delle città storicamente più importanti del meridione italiano, Cosenza è anche una delle capitali enogastronomiche del sud.
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Tra i suoi locali e le sue trattorie tante sono le specialità da assaggiare. Dominata dalla tradizione contadina, la cucina locale è un tripudio di sapori intensi. Da assaggiare un tagliere di salumi e formaggi tra cui spiccano il prosciutto e la salsiccia cosentini, la classica soppressata di Calabria ed il saporito caciocavallo della Sila. Gli antipasti, tra cui la frittata di cipolle e farina senza uova oppure le polpette di melanzane.
Poi la pasta fresca, i funghi silani, il saporito baccalà alla cosentina, con olive nere, peperoni, salsa di pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe e le costolette d’agnello, preparate con olio, cipolla, pomodori, peperoni e olive verdi.
Foto di @giuseppe_vottari – @yallerscalabria
Cosenza antica è dunque storia, cultura, tesori architettonici, scenografici panorami ma anche sapori e profumi, essenze di una Calabria che il tempo ha cambiato pochissimo.
Borghi da non perdere se state visitando Cosenza:
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