Il Castellaccio (in dialetto Cast’ddazz’) è costruito nel punto più alto del borgo di Aidone, in Sicilia. In posizione strategica, con una visuale panoramica a 360°, esso permetteva di controllare le principali vie di comunicazione della Sicilia Centrale. La costruzione risalirebbe all’XI secolo, all’epoca normanna, ma fu forse preceduta da una fortificazione saracena. Il Castello era un baluardo sicuro per i baroni signori di Aidone, tanto che era inespugnabile e si poteva accedere solamente dall’antica strada posta a mezzogiorno. Quando questo maniero venne attaccato dalle truppe di Roberto d’Angiò con il tradimento del capitano Giovenco degli Uberti fu possibile espugnarlo e perfino il Re Federico III dovette usare delle macchine di guerra per porre l’assedio alle truppe angioine.
Questo castello venne ulteriormente fortificato dal Conte Enrico Rosso senior nel 1351 che aveva la necessità di un reparto di cavalieri in grado di attaccare sulla piana di Catania il nemico Artale Alagona. Fu centro del feudo di Aidone e fu qui che i feudatari ospitarono nel 1396 i reali Maria e Martino I di Sicilia e, nel maggio 1411, Bianca di Navarra dettò alcune lettere con l’aiuto del Protonotaro del Regno Bartolomeo Gioeni, Barone di Aidone e il figlio Perrone ai suoi fedelissimi per contrastare il nemico della corona: il grande ammiraglio Bernardo Cabrera.
Cadde in rovina in seguito al terremoto del 1693 e successivamente venne abbandonato. Faceva probabilmente parte di una rete di fuochi di avvistamento con i castelli di Enna, Agira, Pietratagliata e altri.