Il Museo Civico di Altomonte è stato inaugurato nel 1980 in concomitanza con le celebrazioni del settimo centenario della nascita di Simone Martini, di cui conserva il San Ladislao. La collezione è ospitata in alcuni ambienti ricavati dalle antiche celle dell’ex Convento dei Domenicani, attiguo alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, è stato edificato tra il 1342 e il 1440 per volontà di Covella Ruffo Sanseverino.
Il convento, sapientemente restaurato su iniziativa dell’Amministrazione Comunale, accoglie anche la Biblioteca Civica e la Biblioteca Storica e documenta attraverso diverse sale espositive: Medioevale, Domenicana -Quadreria, Sculture, Argenti, Paramenti e Lapidario – lo svolgersi di un importante capitolo della storia di Altomonte, del mecenatismo dei suoi feudatari Filippo Sangineto e Covella Ruffo Sanseverino e dell’Ordine religioso dei Domenicani.
Le opere esposte provengono tutte dalle Chiese di Santa Maria della Consolazione, di San Francesco di Paola e di San Giacomo Apostolo e sono di proprietà del FEC (Fondo Edifici Culto – Ministero dell’Interno).
Il convento, sapientemente restaurato su iniziativa dell’Amministrazione Comunale, accoglie anche la Biblioteca Civica e la Biblioteca Storica e documenta attraverso diverse sale espositive: Medioevale, Domenicana -Quadreria, Sculture, Argenti, Paramenti e Lapidario – lo svolgersi di un importante capitolo della storia di Altomonte, del mecenatismo dei suoi feudatari Filippo Sangineto e Covella Ruffo Sanseverino e dell’Ordine religioso dei Domenicani.
Le opere esposte provengono tutte dalle Chiese di Santa Maria della Consolazione, di San Francesco di Paola e di San Giacomo Apostolo e sono di proprietà del FEC (Fondo Edifici Culto – Ministero dell’Interno).
Tra le opere esposte si possono ammirare: la tavola di Simone Martini raffigurante “San Ladislao” re d’Ungheria, commissionata da Filippo Sangineto per la Chiesa di Santa Maria della Consolazione, intorno al 1326; le due tavole di Bernardo Daddi, testimonianza più antica degli orientamenti filo-giotteschi della corte angioina registrati in Calabria; due lastre in alabastro raffiguranti le “Storie della Vergine e le Storie della Passione di Cristo”, datate alla prima metà del XIV secolo; l’Altarolo con scene della Passione di Cristo, del Maestro di Antonio e Onofrio Penna, del XV secolo; la tavola della “Madonna delle Pere” (1460), di Paolo di Ciacio da Mileto (VV), conosciuto come apprendista nella bottega di Antonello da Messina; la tavola della Madonna di Pietro Negroni, allievo di Polidoro da Caravaggio e la tela della Deposizione di Felice Vitale. Inoltre, il museo è arricchito da numerose altre opere legate a correnti artistiche di ambito meridionale, dalla scuola del Solimena a quella di Luca Giordano, a mobili farmacie, tabernacoli, Argenti, Paramenti sacri, Sculture, codici gregoriani e Frammenti lapidei.