Il Museo capitolare di Atri è stato fondato nel 1912, ed è uno dei più antichi d’Abruzzo. Fu voluto da monsignor Raffaele Tini e fu arricchito nel tempo da cospicue donazioni (come quella di ceramiche da parte della famiglia Bindi). Raccoglie opere che vanno dal XIII al XX secolo provenienti dalla città. Il museo è ospitato nelle sale al piano superiore del chiostro benedettino di un monastero del XII secolo, divenuto nel XV secolo residenza dei canonici del duomo e cimitero episcopale. Comprende dieci sale oltre al chiostro e alla cripta.
All’interno due grandi reliquiari francescani del XVII sec. in legno, con reliquie che provengono dalle catacombe romane; tre portaceri lignei del XVI sec. di buona fattura; lungo le scale una discesa dello Spirito Santo fine XVI sec. e una serie di sei candelieri e croce in legno dorato con Cristo in argento.
Le sale 1 e 2 sono dedicate ai mobili da Sagrestia, la 3 all’Arte Tessile sacra. Pianete, stole, piviali, mitrie del periodo barocco e rococò (sec. XVII e XVIII) in seta, velluto, broccato e damasco con filature in argento e oro. Da notare il tappeto rosso ricamato in argento donato nel 1732 al cardinale Troiano Acquaviva dalla regina d’Inghilterra.
Nella sala 4 si trova la Pinacoteca, nella 5 un Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, olii su tela di un pittore napoletano. La sala 6 è sempre dedicata alla Pinacoteca. Nella sala 7, al centro in vetrine modulari, dalla particolare forma a capanna, sono esposti i 100 pezzi della raccolta Vincenzo Bindi costituiti da piatti, mattonelle, piastrelle, vasi, ecc. prevalentemente di Castelli, ma anche di altre scuole, rappresentanti pressoché l’intera storia della ceramica d’Abruzzo, dagli inizi del XVI sec. al XIX. Sono presenti mattoni maiolicati che provengono dal soffitto di S. Donato in Castelli, opere dei Grue (Francesco, Carlantonio, Francesco Antonio Saverio, Anastasio, Liborio, Francesco Saverio e Niccolò Tommaso), dei Gentili (Carmine, Giacomo e Berardino). Non mancano i Cappelletti: Nicola (1691-1767) e Fedele (1874-1920), Gernaldo Fuina e tante altre ceramiche di autori non determinati ed altre più recenti costituenti la cosidetta ceramica povera. Nel mezzo, solitaria, La Madonna col Bimbo maiolica bicolore, invetriata, attribuita a Luca della Robbia ed eseguita verso il 1470. In fondo due grandi vasi policromi di Francesco Saverio Grue (1720-1755) rappresentanti “Natività” e “Adorazione dei Magi” determinati ed altre più recenti costituenti la cosidetta ceramica povera. Nel mezzo, solitaria, La Madonna col Bimbo maiolica bicolore, invetriata, attribuita a Luca della Robbia ed eseguita verso il 1470.
Nella sala 8, in due vetrine, un Reliquario a Croce in argento sbalzato, cesellato, dorato, con smalti e niello del 1435 e la stupenda Croce in cristallo di Rocca, un lavoro di scuola veneziana della fine del XIII sec. proveniente dalla chiesa S. Francesco in Atri: un pezzo tra i più prestigiosi del Museo. La sala 9 contiene opere del primo novecento, scolpite dall’atriano Tommaso Illuminati, fratello dell’insigne umanista Prof. Luigi Illuminati, nato in Atri nel 1883 e che compì la sua maturazione artistica sotto il Ferrari e il Bazzani a Roma. Vi si notano pezzi in legno, bronzo e terracotta raffiguranti fiori, figure sacre e teste di personaggi.