La Cappella di Sant’Antonio è un luogo di culto e devozione situato nel Cilento, le cui origini risalgono al XVI secolo, quando venne costruita come semplice edicola. Il 3 maggio 1653, il vescovo Filippo Giacomo consacrò la nuova cappella, che si trasformò in un vero e proprio luogo di preghiera e celebrazione religiosa.
Nel 1701, l’Università di Camerota assunse il diritto di patronato sulla cappella e nominò l’amministratore dei beni, consolidando ulteriormente l’importanza della struttura nella vita religiosa della comunità.
Tra le storie e le leggende che gravitano intorno alla Cappella di Sant’Antonio, quella più conosciuta e suggestiva è legata a un marinaio che, durante una terribile tempesta in mare, si vide perso tra le onde impetuose. In preda al panico, il marinaio notò una luce che gli mostrò la via per tornare a terra: quella luce apparve sul Monte di Sant’Antonio. In seguito a questo evento miracoloso, il marinaio decise di far costruire la cappella in quel luogo, come ringraziamento e testimonianza della sua salvezza.
Attualmente, la Cappella di Sant’Antonio viene aperta ai fedeli il 13 giugno, in occasione della festività dedicata al santo. In questo giorno speciale, la comunità si riunisce per celebrare Sant’Antonio e pregare nel luogo che, secondo la tradizione, rappresenta un simbolo tangibile della protezione divina nei confronti dei marinai e di tutti coloro che ne invocano l’aiuto.