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Località: SP55, 171 - Ceriana - Imperia

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Santuario della Madonna della Villa

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Santuario della Madonna della Villa

Santuario della Madonna della Villa

Collocato in posizione spettacolare, con vista aperta sulla valle Armea, è un santuario carissimo a tutti i Cerianaschi. Il sito è noto fin dal XIII secolo. Vi sorgeva inizialmente una cappella campestre, mantenuta dalla famiglia Brizio. I beni terrieri legati all’istituzione sacra erano a disposizione dell’Abbazia di Sant’Ampelio di Bordighera. Nel corso del Seicento vi sono importanti lavori di ricostruzione, che determinano la forma attuale della struttura. Appare importante il cantiere del 1668-1669. Nel secolo successivo, invece, si susseguono gli interventi decorativi.

Un lascito precedente a tutti questi impegni risulta fondamentale per le vicende del santuario. È quello della nobildonna genovese Antonia Pallavicini Lercari, che lascia una cospicua somma, grazie ad una rettifica del suo testamento, nel 1626. Nel 1627 era già arrivata la statua marmorea della Madonna con Gesù Bambino, opera del lombardo-genovese Gio Domenico Redi detto “il Paraca”. L’impianto decorativo viene messo a punto nel corso del Settecento. Dal 1777 opera il ticinese Vincenzo Adami, che plasma le statue delle figure legate alla genealogia di Maria (i Santi Zaccaria, Giovanni Battista, Gioacchino, Elisabetta, Giuseppe ed Anna). Assieme a Pietro Lucchesi e Pietro Notari, altri due ticinesi, conclude il sistema ornamentale fra 1794 e 1798. A livello pittorico, appaiono importanti gli interventi di Maurizio Carrega, notissimo pittore tardobarocco, di cultura romana, nativo di Porto Maurizio, ma domiciliato a San Remo. È ancora discusso il suo intervento nella volta del presbiterio. Sicuramente lavora nella volta della navata, intorno al 1798, con temi legati all’Antico Testamento.

Una scenografica conclusione di tutto questo percorso ornamentale si chiude con il grande altare maggiore, dovuto allo scultore genovese Sebastiano Mantero. Si tratta di una grandiosa struttura in marmo, che inquadra la statua marmorea seicentesca. Riprende qualche aspetto tardobarocco, in un impianto sostanzialmente neoclassico. Ci si impressiona, comunque, nel pensare allo sforzo compiuto dai Cerianaschi per portare fin quassù le grandi colonne, trascinandole fin dal porto di San Remo, a forza di buoi e di spinte.
La collezione di ex-voto è un’ulteriore dimostrazione della riconoscenza affettuosa che i locali hanno per questo santuario.

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