La chiesa, ubicata in prossimità dall’antica porta Vasana, può farsi risalire al XV secolo; la sua costruzione è da ritenere posteriore alla diffusione in Sicilia del culto della Madonna della Catena, seguita al miracolo avvenuto a Palermo nel 1392, quando secondo la tradizione tre giovani condannati a morte furono salvati dall’intervento della Vergine che spezzò le catene ai loro polsi. La piccola aula è coperta da un tetto in legno, di cui permangono le capriate originarie che poggiano su mensole intagliate e figurate con volti umani (l’orditura secondaria è stata rifatta in anni recenti); esse ripropongono una tipologia diffusa nella tradizione costruttiva siciliana, di cui costituiscono un esempio le mensole (certamente più antiche) dismesse dal soffitto della cattedrale di Cefalù. Oltre alla seicentesca tela ovale della Madonna della Catena, nella chiesa è custodita la statua di San Rocco nei soliti attributi iconografici; la scultura conserva ancora i colori originari e, sebbene sia legata a modelli cinquecenteschi, va riferita a Giancola Viviano e datata al secondo decennio del Seicento.