Già dal X sec. Sul luogo dove ora sorge il Santuario, esisteva una chiesetta, contesa fra gli abitanti di Grottaglie e quelli di Martina Franca, in cui era custodita un’immagine ad affresco della Madonna sulla parete a Sud rivolta nella direzione di Martina Franca e quindi appartenutagli secondo i suoi concittadini. Il lunedì di Pentecoste del 1359 fu la Madonna stessa a risolvere la questione, l’immagine dipinta venne ritrovata sulla parete a Nord rivolta verso Grottaglie; da allora è divenuta patrona della cittadina. Per il miracoloso “mutamento” fu chiamata S. Maria Mutata. Ma ancor più veritiera è l’ipotesi secondo la quale il nome di “Mutata” da “Mutazione” indicava un luogo di sosta delle cavalcature e di riposo, ciò forse è confermato appunto dall’attigua masseria a fianco del Santuario.
La facciata si divide in tre zone longitudinali, quella centrale, maggiore sia nell’altezza che nella larghezza, presenta cinque lesene sulle quali poggia il frontone triangolare che si chiude con una croce greca. Sopra la porta d’ingresso una nicchia accoglie la statua della Vergine Mutata.
Le zone laterali sono lisce e hanno due finestre. Su quella di sinistra si eleva il campanile a vela, che sorregge le campane. L’interno è costituito da tre navate, quella centrale ha tre campate con volte a crociera e si chiude con la cappella con altare maggiore in pietra ordinaria, illuminata da una bella vetrata intercalata da due tele (metà Seicento) che raffigurano: Gesù legato alla colonna e Gesù con la canna tra le braccia. Sempre nella stessa cappella è situato un interessante armadio intagliato che custodisce un “miracoloso” Crocifisso (metà Seicento). La navata a sinistra comprende: il primo altare con antica tela che rappresenta la Vergine del Canneto tra Santi, nella seconda campata è accolto l’organo su impalcatura di legno; l’ultimo altare è sovrastato da una bella tela di Ciro Fanigliulo.
Nella navata a destra, la prima campata accoglie l’altare con la statua di pietra calcarea di S. Giuseppe (1679); una nicchia ospita una statua romanica della Vergine; segue l’altare dedicato alla Mutata con l’antico affresco della Madonna. Da questa campata si eleva la cupola con ventagli e dipinti; la terza campata è consacrata a S. Cataldo. Le volte che chiudono l’accoglienta chiesa sono completamente affrescate.
La chiesa è impreziosita da una bella pavimentazione in maiolica grottagliese del Seicento, con elementi decorativi geometrici o di foglie e fiori, sul fondo bianco predominano il giallo, il celeste e il rosa. Opere e reperti contenuti: Pavimento maiolicato del XVII Sec. e statua in pietra raffigurante la Madonna con Bambino del XVIII Sec.