Il palazzo Comunale, uno dei più interessanti monumenti di San Gimignano, è stato edificato fra il 1289 e il 1298 sui resti di un edificio preesistente. I successivi ampliamenti del Trecento e del Quattrocento definirono progressivamente lo spazio del cortile interno, in seguito affrescato con stemmi dei personaggi che avevano ricoperto cariche pubbliche nel contesto del Comune. L’edificio principale veniva utilizzato sia come dimora del Podestà, sia per le riunioni del consiglio pubblico.
Al primo piano si trova la Sala del Consiglio, detta anche Sala Dante, a ricordo della visita che il poeta fiorentino nel 1299 fece a San Gimignano come ambasciatore della lega Guelfa. La sala presenta un famoso ciclo di affreschi della fine del XIII secolo (1290 circa) raffiguranti tornei di cavalieri e scene di caccia dedicate a Carlo d’Angiò, presentato in trono nella parete di fronte all’ingresso, mentre alcuni personaggi gli rendono omaggio con il dono del falco. Le pitture sono attribuite al pittore fiorentino Azzo di Masetto. Sulla parete destra è dipinta la Madonna in Maestà di Lippo Memmi eseguita dal pittore nel 1317. Lippo è un pittore della scuola senese, attivo nella prima metà del XIV secolo, seguace di Simone Martini.
L’affresco, infatti, si ispira alla Maestà dipinta da Simone in Palazzo Pubblico a Siena due anni prima nel 1315. Al secondo piano si trova la Camera del Podestà, completamente affrescata con una singolare narrazione che presenta scene d’amore, oltre ad una serie di exempla morali rivolti al Podestà, che non doveva cedere alla corruzione. Gli affreschi, realizzati nei primi anni del Trecento, sono attribuiti a Memmo di Filippuccio, padre di Lippo.
La visita prosegue con la Pinacoteca, dove si possono seguire i momenti fondamentali della storia artistica sangimignanese; dalle presenze fiorentine (Coppo di Marcovaldo, Azzo di Masetto) e senesi (Rinaldo) della seconda metà del Duecento, alla grande stagione senese della seconda metà del Trecento (Memmo di Filippuccio, Lippo Memmi, Niccolò di Ser Sozzo); dall’alternanza fra senesi e fiorentini a cavallo fra Trecento e Quattrocento (Taddeo di Bartolo, Lorenzo di Niccolò, “Maestro del 1419”), al definitivo prevalere dei fiorentini (Filippino Lippi, Benozzo Gozzoli, Benedetto da Maiano) che contribuirono al rinnovamento rinascimentale di San Gimignano, per concludersi con la grande pala del Pinturicchio, dipinta nel 1511.
Uscendo dal Museo, il Cortile affrescato con gli stemmi dei podestà, riserva come ultima sorpresa un affresco del Sodoma (primi anni del ‘500) e l’antica campana del 1328 di recente restaurata.