Il paese di Petricci ha origini recenti, sebbene le radici storiche del territorio sul quale presiede risalgano al IX secolo d.C.. Sul finire del XVIII secolo il piccolo nucleo abitato, costituito solo da un caseggiato e da una cappella privata dedicata a Sant’Antonio da Padova, viene prescelto perché unico luogo di culto presente nel territorio ed insistente sulla principale strada di comunicazione che dall’Amiata conduceva alla Maremma.
Al centro del paese troviamo la Chiesa di San Giuseppe, stretta tra due piccole vie che, proseguendo poi il loro percorso, portano, a destra verso il cimitero e a sinistra verso la contrada Caese.
Il Campanile, che costituisce l’elemento emblematico di Petricci, si eleva all’altezza di 25 metri. Con l’orologio pubblico accoglie tre campane, due delle quali fuse nel 1881, dedicate a San Giuseppe e alla Madonna delle Grazie, mentre la terza dedicata a San Mamiliano e a San Gregorio VII. Sotto il cornicione esposto a sud del primigenio campanile, fu murata una testa di alabastro di origine sconosciuta. Il mistero che l’avvolge ha portato l’immaginario collettivo del paese a soprannominarlo il “Guardiano di Petricci”.
I caseggiati sparsi rispondono ai nomi di: Poggio, Cà di Rossi, Casone, Calizzano, Cà di Ragno, Caese, Acquaiana, Paiccia, Boschetto, Cà di Vido, Marruchina e Belvedere.
Il centro più antico è Calizzano, che ebbe nel suo territorio un castello e due chiese (di San Giusto che aveva annesso un Convento, e la Chiesa di San Leonardo).