II castello Protonobilissimo- Risolo è una costruzione cinquecentesca. Originariamente isolata, è ora congiunta ad altre costruzioni, tra le quali emergono due torrioni alti e quadrati posti sugli spigoli dell’antica costruzione quadrangolare. E’ stato poi ampliato tra il 1600 e il 1700 da Margherita Trane, marchesa di Specchia e Desiderio Protonobilissimo, principe di Muro Leccese, per farne la loro residenza. Essi sono rappresentati dalle due statue che, divise da uno stemma, sovrastano il portone in bugnato che costituisce l’ingresso del castello. Alla morte della madre Margherita, divenne marchese di Specchia il figlio, Alfonso Protonobilissimo, a cui successe Giovan Battista. La dinastia si concluse con Giovan Battista IV che governò molto duramente, imponendo delle esorbitanti tasse agli specchiesi, che dovevano pagare al signore le decime su tutti i prodotti della terra. Il re di Napoli, allora, nel 1774 lo chiamò nella capitale per chiedergli conto del suo operato, gli confiscò i beni e Specchia passò al Demanio Regio. Nel 1797, il castello e Specchia furono donati da Ferdinando IV ad Antonio Maria Pignatelli, principe di Belmonte, per ricompensarlo di un’importante ambasciata da lui compiuta. Dopo un po’ il principe donò il feudo al fratello Giuseppe che lo conservò fino alla fine del feudalesimo sancita con decreto napoleonico 2 agosto 1806. Il castello passò poi alla famiglia dei conti Risolo, che hanno vissuto a Specchia fino ai giorni nostri. L’ultimo rappresentante della famiglia, la contessa, è morta negli anni ottanta. Oggi una parte appartiene al Comune, il resto è proprietà di privati.