Al Museo Etnoantropologico di Sutera emergono le figure del contadino (borgese, mezzadro, bracciante), dell’artigiano (falegname, muratore, calzolaio, pastaio, fornaio etc..), di qualche professionista (medico, farmacista, avvocato, maestro, veterinario, ecc.) che disegnano la composizione sociale del piccolo comune dell’entroterra siciliano, in un territorio caratterizzato dal latifondo feudale e dalla coltivazione cerealicola estensiva.
Il Museo, con la sua struttura ricavata nel piano terra dell’antico Convento dei Padri Carmelitani, espone gli arnesi delle attività menzionate, inserendoli in un itinerario cognitivo e didattico, di facile percorribilità. Ambienti accuratamente riprodotti di vita domestica, con le suppellettili tipiche di fine Ottocento, ne accrescono la suggestione e l’interesse culturale. Il Museo conserva anche i manifesti e i depliants dei concerti che ad inizio Novecento diresse don Paolino Pillitteri (il sacerdote compositore musicista del paese), nonché quelli che accompagnarono gli emigranti lungo il cammino verso le Americhe (primo Novecento) e verso il Nord Italia e l’Europa (anni sessanta). Di notevole numero e di elevato pregio artistico risulta essere la raccolta di immagini a stampa riproducenti soggetti religiosi. Si tratta di immagini votive (di grandi e medie dimensioni), che nei secoli passati le famiglie appendevano alle pareti delle stanze da pranzo, delle cucine o delle camere da letto per devozione. All’interno di un ambiente sono sistemate una “naca” (culla di stoffa sospesa sopra il letto matrimoniale) ed una culla in ferro battuto del 1880, con un guardaroba ad incastro praticamente senza chiodi. Altri locali espongono gli attrezzi per la produzione della pasta e del pane con torchi, sbrie, scanatori, maidde. Particolare risalto assumono gli ambienti dedicati alla scuola con una nutrita documentazione di epoca fascista (compresa una divisa da balilla).
Una vasta pubblicità cartacea e prodotti in uso durante tutto l’arco di tempo del Novecento, testimoniano l’avanzata del “progresso” in parallelo con il graduale innalzamento del tenore di vita. Una sala polivalente è riservata ad ospitare mostre a soggetto mutevole dentro un contorno espositivo duraturo di cartoline d’epoca, giornali a valenza storica, carte geografiche di rilievo locale.
Ingresso gratuito.