Il Castello Malaspina di Fosdinovo è una fortezza risalente alla metà del XII secolo che, con le sue caratteristiche architettoniche e le storie di cui è stata teatro nel corso dei secoli, domina il territorio della Lunigiana conferendole un fascino unico. Dalla sua posizione strategica a nord della Toscana, tra le Alpi Apuane e la costa del Mar Tirreno (Lerici, Cinque Terre, Versilia), è possibile ammirare un panorama che si estende dalle Alpi Apuane alla Piana del fiume Magra fino al mare. Nelle giornate più limpide si riesce addirittura a scorgere la Corsica, l’Isola d’Elba, un tratto della Liguria e perfino una parte delle alpi francesi.

Oggi il Castello ospita un museo, un centro culturale dedicato alla produzione e alla diffusione delle arti contemporanee, una residenza per artisti e scrittori ed ospita al suo interno anche un piccolo bed and breakfast accogliente e suggestivo. In passato è stata la residenza dalla quale i Malaspina hanno controllato l’intero territorio per secoli, ospitando personaggi celebri come Dante Alighieri, e la sua bellezza ha fatto innamorare scrittori come Shelley, Byron, Petrarca e Montale.

A rendere nota questa fortezza hanno indubbiamente contribuito le leggende che aleggiano intorno ai personaggi che secoli fa hanno abitato il castello. Noi di e-borghi abbiamo pensato di guidarvi in questo viaggio di storia e mistero raccontandovele una ad una.

Iniziamo il nostro percorso quindi con la leggenda del fantasma del marchese Carlo Francesco Agostino, una delle storie più famose e documentate del Castello.

Si narra che poco dopo la morte del marchese Carlo Francesco Agostino Malaspina, i suoi due figli Gabriele e Azzolino, mentre passeggiavano per le vie di Caniparola, videro affacciarsi alla finestra una persona in veste da camera, proprio come era solito fare il marchese Carlo. Avvicinatisi alla figura si resero conto che davanti a loro era apparso proprio loro padre appena defunto! Immediatamente si fecero aprire la dimora disabitata, ma una volta entrati non trovarono nessuno…
I due fratelli tornarono a casa talmente spaventati e si parlò della vicenda talmente tanto, che il governatore di Fivizzano, Guglielmo Capponi, ritenne di dover indagare a fondo su questa apparizione che ancora oggi rimane un mistero…

La vicenda è stata testimoniata anche dal Branchi, che nel 1722 scrisse:

“nel traversare una via, videro alla finestra della casa di delizia notata, una persona in veste da camera, come appunto era solito quando era in vita stare a quella il marchese Carlo, ed avvicinatisi ad essa il loro padre medesimo nella indicata persona ravvisarono: fecero immediatamente dal fattore aprire la casa che era disabitata, e nessuno vi fu trovato; ma i due fratelli, spregiudicati ed adulti, perché il primo aveva compiuti 27 anni e il secondo 25, tornarono a casa assai spaventati, e fu del fatto menato tanto rumore, che il Governatore di Fivizzano, allora un Guglielmo Capponi, credé proprio debito doverne dar parte con certa serietà al suo superiore governo”.