Cassano delle Murge è un ridente borgo in provincia di Bari situato a circa 350 metri sul livello del mare. La posizione permette di offrire un panorama fra i più spettacolari della regione. Noto oggi come centro di villeggiatura, Cassano delle Murge ha antiche origini e il nome sembrerebbe derivare da un potente dio romano.
Sembrerebbe che il nome “Cassano” deriverebbe dal latino Cassius ma forse potrebbe derivare dalla devozione degli Apuli, popolo che si stanziò nella zona intorno al 1000 a.C. e che edificarono un tempio dedicato al Dio Giano. Da qui ne deriva il toponimo “Cassano = Casa Jani“.
Sembrerebbe che l’attuale Chiesa del Crocifisso, in Cassano delle Murge, fu edificata inizialmente su un’antichissima cripta di origini romane con il nome di Santa Maria delle Palme, probabilmente sulle rovine del tempio di Giano.
Ma chi era questo dio?
Giano (dal latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali. E’ una delle divinità più antiche della religione romana e latina. Giano veniva raffigurato con due volti poichè poteva guardare sia il futuro che il passato ed era in grado, essendo il dio della porta, di guardare sia all’interno che all’esterno. Giano era un dio prettamente della mitologia romana, infatti non sono state trovate prove di dei corrispondenti nelle mitologie greche o etrusche. Forse la figura di Giano potrebbe essere ricondotta a quella del dio sumero Ušmu, dio a due facce anche chiamato Isimud o, a Babilonia, Kaka.
Il nome di Giano, secondo alcuni studiosi, deriverebbe dalla parola ianua “porta” o “passaggio” ma in passato c’è chi ha formulato l’ipotesi che il nome potesse provenire da una forma più antica, quella di Dianus, riconducibile alla dea Diana e quindi derivato dalla parola latina dies, “giorno”.
Giano è una delle divinità romano-italiche più antiche tra i “Di Indigetes” (Dei nazionali) e veniva spesso invocata insieme a Iuppiter. Il suo culto è antichissimo e risale a un’epoca arcaica in cui i culti del popolo erano ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina. Giano era probabilmente la principale divinità del Pantheon romano e, seppur in quell’epoca arcaica era il dio legato ai cicli naturali, nei tempi successivi il suo mito divenne sempre più complesso, fino al punto che alcuni lo definivano il padre o il dio degli stessi dei. Infatti, sembra che Giano non abbia dei genitori (Giove, per esempio, è figlio di Saturno) e, grazie alla sua qualità di Pater Divorum, egli era sempre stato. Ovidio, ne i Fasti (I, 103 e s.s.) racconta che Giano era presente quando i quattro elementi si separarono dando forma ad ogni cosa. Secondo Varrone, Giano è il creatore del mondo stesso, mentre secondo Settimio Sereno, Giano sarebbe “principio degli dèi e acuto seminatore di cose“.
Giano, quindi, presiede a tutti gli inizi e i passaggi, materiali e immateriali, come le soglie delle case, le porte, gli archi, ma anche l’inizio di una nuova impresa, umana o economica, del tempo storico e di quello mitico, degli dei, del mondo, dell’umanità e della civiltà. Nella riforma del calendario romano, Numa Pompilio dedicò a Giano il mese dei gennaio che con la riforma giuliana del 46 a.C. divenne il primo mese dell’anno.
In epoca classica Giano veniva rappresentato alle porte, ai passaggi e sui ponti custodendone l’ingresso e l’uscita, portando con se gli ianitores, un bastone e una chiave, mentre le due facce vegliavano nelle due direzioni.
Secondo il mito, Giano sarebbe stato il primo Re dei Latium donando la vita agli aborigeni e fondando una città sul monte Gianicolo, Gianicola. Sembra che in passato esistesse una frazione di Roma chiamata Gianicolo e che Giano sia stato fondatore di uno dei villaggi della capitale. Con la ninfa Camese avrebbe dato vita a numerosi figli, tra questi Tiberino, il dio del Tevere. Fu Giano ad accogliere Saturno, dio dell’agricoltura spodestato da Giove, condividendone la regalità e consentendogli di iniziare l’età dell’oro. Per contraccambiare l’ospitalità, Saturno donò a Giano il potere di vedere sia il passato che il futuro, dando origine alla sua forma bifronte. Invece, sembra che il potere delle porte gli fu donato dalla ninfa Carna. Durante le cerimonie, i sacerdoti di Giano aprivano le processioni addirittura prima dei sacerdoti di Giove.
Durante la storia sono state molte le città che hanno preso in considerazione il dio Giano. Nel medioevo Genova assunse Giano come simbolo. Anche Tiggiano (Lecce), Subbiano (Arezzo), Selvazzano Dentro (Padova) e Centro Giano (Roma) assunsero il dio come loro simbolo. Il nome della città di Avezzano in Abruzzo sarebbe da ricondursi al dio derivando dal latino “Ave Jane“, un’invocazione presente sul portale di un tempio a lui dedicato. Una leggenda narra che la borgata di Avezzano nacque proprio intorno a quel tempio. A Trieste il volto di Giano appare sulla fontana posta all’inizio di Viale XX Settembre, loco dove in precedenza vi era un recinto con un cancello che segnava la fine della città.
Tornando alla chiesa del Crocifisso a Cassano delle Murge, guardando l’esterno della chiesa notiamo una scritta in latino sull’architrave, che dice
“Tu che sei alla ricerca del frutto giornaliero entra in questo tempio – L’albero Benefico di Dio abbonda di frutti”
Che si riferisca in qualche modo al dio Giano?
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