Grotta dei gamberi, Portofino – Ph. Luca Abbate/flickr
Sei pronto a immergerti nel mistero e solcare le onde delle leggende marine più affascinanti? Attraverso le storie che hanno appassionato e incuriosito generazioni di ascoltatori, scopriremo insieme il mondo nascosto del mare e le sue innumerevoli curiosità.
Addentrati nelle profondità della leggenda del polpo campanaro di Tellaro, una storia affascinante che unisce mistero e tradizione legata a questo suggestivo paese ligure. Lasciati guidare nella magica isola delle Femmine, mentre sveliamo le leggende che avvolgono questo luogo pieno di fascino e intrigo. Infine, immergiti nella mitologia che circonda la nascita delle sette gemme del Tirreno, un viaggio tra isole e tesori nascosti.
Non perderti queste affascinanti narrazioni che intrecciano avventura, suspense e folklore, e porta con te un pezzo di storia marina ancora sconosciuta a molti. Sei pronto a solcare il mare delle leggende? Allora salpa con noi e lasciati incantare da questi racconti mozzafiato!
La leggenda del polpo campanaro di Tellaro
Era una notte buia e tempestosa quella che vide Tellaro, frazione di Lerici, baluardo difensivo del borgo di Barbazzano, messo in difficoltà dal temibile pirata Gallo d’Arenzano. Lo scaltro stratega marinaro aveva scelto la notte giusta per il suo piano criminoso. Grazie al maltempo, nessuno avrebbe potuto sospettare un attacco dal mare. Nessuno avrebbe potuto dare l’allarme suonando le campane della Chiesa di San Giorgio – che ancora oggi domina la costa -, come si faceva allora in caso di pericolo. Sicuri di sé, i bricconi erano già quasi alla costa quando, dall’alto del campanile, la campana iniziò a rintoccare il suo allarme. Svelti, gli abitanti del borgo corsero in difesa della località e riuscirono ad avere la meglio sul nemico ma fu grande il loro stupore quando si accorsero che a suonare la campana non era stato nessuno degli abitanti, bensì un polpo gigante che dal mare aveva allungato uno dei suoi tentacoli verso la corda della campana, allertando il borgo. Oggi, simbolo del paese, il polpo gode non solo di una citazione sui muri della chiesa “Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat”, ma è anche una prelibatezza del posto… Ironia della sorte?
Le leggende dell’isola delle Femmine
Quale sarà mai stato il fascino o la motivazione che ha spinto i siciliani a chiamare l’isolotto al largo del mare di Palermo “Isola delle Femmine”? Plino il Giovane credeva che l’isola fosse dimora di fanciulle bellissime che si offrivano in premio a vincitori di imprese epiche. Il conte di Capaci vi imprigionò una bellissima donzella del posto che non lo ricambiava e, durante la prigionia, in risposta, lei si gettò sugli scogli dandosi la morte. C’è chi racconta la leggenda di tredici fanciulle turche che vi trovarono rifugio dopo essere state lasciate alla deriva perché si erano macchiate di gravi colpe. Le tredici donne vi vissero per sette anni fino a quando i parenti pentiti le andarono a riprendere. Tornate sulla terraferma, fondarono la cittadina di Capaci (dall’arabo Cca-paci = qui la pace). C’è anche chi crede che questo nome particolare derivi da “insula fimi” o “isola di Eufemio”, quell’Eufemio generale di Messina, governatore bizantino della Sicilia. Quale storia scegliate di credere sta a voi. Una cosa è certa, questo luogo meraviglioso emana il fascino della donna siciliana… un fascino tutto femminile.
Ph. Claudio Fatta/flickr
La nascita delle sette gemme del Tirreno
Che sbadata la bella Venere! Così invaghita di Eros che un giorno, in tutta fretta e furia, nel correre verso l’amato che la aspettava sulla costa toscana, inciampò. Il gesto le fece rompere la collana che ne adornava il collo e da questa caddero in acqua sette gemme. Queste sacre gemme, a contatto con il mare, diedero i natali a sette splendide isole: Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona. I flutti di schiuma, provocati dalla caduta delle gemme, crearono invece gli scogli e gli isolotti minori che circondano quelle che oggi conosciamo come le sette gemme del Tirreno.
Giannutri – Ph. fcentur71/flickr