Posto alle pendici del Monte Lauro, la cima più alta dei Monti Iblei, il borgo di Giarratana è il più piccolo comune del ragusano.

Circondato da un anello di colline che ne mitigano il clima è lambito dal fiume Irminio.

Il borgo, che guarda a mezzogiorno, dista una ventina di chilometri da Ragusa, ed ha nelle chiese seicentesche la massima espressione del suo ricco patrimonio architettonico.

GIARRATANA

Dalla chiesa Madre, con al suo interno la preziosa pala dell’Annunziata del 1790, la pala delle “anime purganti”, la statua lignea di San Bartolomeo, proveniente da Giarratana antica, e la statua di San Giuseppe, alla Basilica di Sant’Antonio, dall’alta facciata in stile barocco, dall’interno a tre navate decorate con stucchi dorati con foglia ad oro zecchino, alla chiesa di San Bartolomeo, dall’imponente facciata in stile tardo barocco ed dall’interno a tre navate, separate da colonne doriche.

Giarratana

Splendidi i panorami che si godono dai campanili delle chiese che dominano l’abitato, meritevole di una visita accurata per apprezzarne i pittoreschi scorci, le scale, i vicoli e gli affacci, con, sullo sfondo, la cornice di colline.

Alle belle chiese Giarratana unisce altre interessanti testimonianze storiche tra cui i ruderi del castello settecentesco dei Settimo. Da vedere, a Palazzo Barone, i due musei del borgo, quello Etnoantropologico e quello dell’Emigrazione Iblea, unico della regione, viaggio interattivo nell’emigrazione iblea attraverso la musica, le fotografie, i giornali, la cinematografia, gli oggetti caratteristici e la letteratura.

Giarratana, la Sciuta in onore di San Bartolomeo

Apprezzabili anche le specialità gastronomiche di questo centro dell’entroterra siciliano. La tipica cipolla di Giarratana, da assaggiare nelle varie ricette tradizionali, in agrodolce oppure arrostita con l’olio extravergine d’oliva, ed il delizioso torrone bianco, preparato con miele e mandorle, una goloseria.

Storia, arte, cultura, panorami e gastronomia compongono il mosaico di questo bel paese del sud della Sicilia, che è anche terra d’origine della bella attrice Loredana Cannata.

Loredana Cannata sul red carpet dei Golden Globe Awards

Talentuosa e versatile artista, dopo aver studiato arte drammatica ed essere stata interprete teatrale di alcuni spettacoli tratti dalle opere di Euripide, Schnitzler e Pirandello, nel 1999 esordisce nel cinema dove ottiene il ruolo di protagonista nel film “La donna lupo” di Aurelio Grimaldi.

Cinema che la vede poi impegnata, tra gli altri, in “Maestrale” di Sandro Cecca, “Senso ‘45” di Tinto Brass, “Un Mondo d’amore” ancora di Aurelio Grimaldi, “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek, “Youth – La giovinezza” di Paolo Sorrentino e “Napoli velata” ancora di Ferzan Ozpetek.

Loredana Cannata con Paolo Sorrentino

Teatro, cinema ma anche tanta televisione nella carriera dell’attrice ragusana.

“La voce del sangue”di Alessandro Di Robilant, “La casa delle beffe” di Pier Francesco Pingitore, “Il bello delle donne 2 e 3”, poi “La squadra 3”, “Un caso di coscienza” di Luigi Perelli, “Finalmente a casa” di Gianfranco Lazotti, “Viso d’angelo” di Eros Puglielli, “Questo è il mio paese” di Michele Soavi e “Romanzo siciliano” di Lucio Pellegrini sono solo una parte della lunga serie di film TV e serie televisive alle quali Loredana Cannata prende parte.

Attrice apprezzata e di successo ma anche convinta animalista e attivista su vari fronti.

Loredana Cannata nel Chiapas (Mexico)

La Cannata è infatti anche presidentessa dell’associazione “Sesto Sole”, tramite la quale porta avanti progetti di salute presso le comunità indigene zapatiste del Chiapas, uno dei trentadue stati del Messico. Nel 2003 è autrice e regista del documentario “Insurgentes”, dedicato alla resistenza zapatista e, nel 2006, produttrice ed interprete de “L’alba del Sesto sole”, altro documentario sulla lotta zapatista.

Nella foto principale, Loredana nel negozio di famiglia a Giarratana
Foto di Loredana Cannata tratte dalla sua pagina facebook