Il borgo marinaro di San Vito Chietino è un'apprezzata stazione balneare della Costa dei Trabocchi, in Abruzzo.
Collocato su uno sperone roccioso che si allunga fino al mare, gode di un paesaggio aperto sull'Adriatico e sul tratto di costa compreso fra Ortona a Vasto, in cui sono visibili alcuni trabocchi, da cui tale litorale prende nome.
Verso l'interno sono distinguibili la Majella e più in lontananza, il Gran Sasso d'Italia.
Le prime notizie sul paese risalgono all'età romana quando già esisteva un porto frentano presso il torrente Feltrino.
In epoca imperiale il porto venne utilizzato dai romani per i collegamenti oltre l'Adriatico ma ebbe anche importanza per le navi mercantili. Di quel periodo rimane parte del vecchio porto, vicino all'attuale lungomare di Gualdo di San Vito Marina.
Il borgo, invece, non aveva perduto la propria popolazione, come ci è testimoniato da una chiesa in onore di San Vito Martire di epoca paleocristiana.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente San Vito seguì le sorti dell'area di appartenenza: fu occupata prima dai Goti (V - VI secolo), poi, dai bizantini (VI secolo) e dai longobardi (a partire dalla seconda metà del VI secolo), che fondarono il ducato di Spoleto, cui la località appartenne fino alla conquista normanna avvenuta nell'XI secolo.
In quest'ultimo periodo il litorale visse un periodo di declino, il porto venne abbandonato e si ricoprì di pietre e detriti fluviali.
In età alto medievale venne edificato un castello detto "Castellalto" di cui non si hanno notizie precedenti l'anno 1000.
Nei secoli successivi san Vito e l'intero Abruzzo divennero parti integranti prima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli. Durante il periodo aragonese (1442-1501), il porto di San Vito era ancora usato per le fiere di Lanciano e adoperato per il commercio marittimo.
Con la decadenza delle fiere lancianesi, anche il porto di San Vito decadde nuovamente, e Lanciano decise di vendere il porto col relativo feudo di San Vito Chietino a un certo Sancho Lopez nel 1528.
Negli anni seguenti il feudo passò di signoria in signoria: tra cui i Caracciolo, famiglia cui apparteneva Ferdinando Caracciolo, duca di Castel di Sangro, ultimo feudatario di San Vito. In epoca duosiciliana San Vito, costituitosi in comune, divenne sede dell'omonimo Circondario, pur continuando ad appartenere al Distretto di Lanciano.
Durante il Risorgimento si distinse nella lotta anti-borbonica. Nel 1863 la città assunse legalmente la denominazione con la quale è oggi conosciuta mediante l'aggiunta al toponimo di San Vito, dell'attributo Chietino, in riferimento alla propria provincia di appartenenza.
I Trabocchi furono inventati nel XVIII secolo da famiglie ebree di pescatori, sulla costa di San Vito.
Il trabocco più antico è infatti quello di Punta Turchino, descritto anche da D'Annunzio in uno dei suoi più celebri romanzi, ricostruito nel 2016 in seguito alla distruzione avvenuta due anni prima a causa di una violenta mareggiata.
Successive costruzioni si ebbero anche in Puglia (Vieste e Peschici). Oggi i trabocchi sono stati ricostruiti ed ampliati rispetto ai precedenti originali, ma non sono più funzionali al loro scopo precipuo, ovvero quello della pesca.
Borgo di San Vito Chietino
Comune di San Vito Chietino
Provincia di Chieti
Regione Abruzzo
Abitanti: 5.361 sanvitesi
Altitudine centro: 122 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Città dell'olio
IN AUTO
IN TRENO
IN AEREO
VIA MARE