Il borgo medievale di Monteriggioni fa parte della cosiddetta Montagnola Senese, in Toscana. Il territorio si presenta con tratti estremamente differenziati: si può infatti notare facilmente come attorno al rilievo del Montemaggio siano presenti alcune piccole pianure come Pian del Lago e pian del Casone, il Canneto, alternate ad una serie di piccole valli formate da torrenti e ruscelli che caratterizzano la parte centrale e orientale del territorio.
Il Castello di Monteriggioni fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1214 e il 1219. Il terreno, acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, era la sede di un'antica fattoria Longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona). La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell'Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena. L'edificazione praticamente ex novo di un castello rappresentava una novità nella politica espansionistica senese: in precedenza, infatti, la città aveva acquistato castelli già esistenti. Il tracciato circolare delle mura fu ottenuto semplicemente seguendo l'andamento naturale della collina. Il Castello di Monteriggioni era inoltre circondato dalle cosiddette carbonaie, ovvero fossati pieni di carbone che veniva incendiato per respingere gli assalti.
La pianura ai piedi di Monteriggioni era occupata da una palude, ai margini della quale si fronteggiavano Monteriggioni e l'antica Abbadia a Isola, che dipendeva dal Vescovo di Volterra. Quando i monaci dell'Abbazia cominciarono la bonifica idraulica della palude scavando una galleria per far defluire le acque, i senesi la riempivano nottetempo perché la palude era una protezione naturale contro gli eserciti nemici. La questione andò avanti per molto tempo, finché nel 1246 si giunse a un compromesso: i monaci ultimarono la galleria, ed i Senesi conservarono una consistente area a ridosso del castello.
Il nucleo di Monteriggioni è un piccolo borgo fortificato. Il diametro del castello è di 172 metri, circondato da una massiccia cinta muraria di forma ellittica dello spessore di ben 2 metri, intervallata da 15 torri e due porte, che cinge un colle chiamato monte Ala. Le torri, oggi, si elevano al di sopra delle mura per 6,5 metri, con uno spessore di 4x6 metri, e ne sono visibili soltanto 11: le altre quattro sono state ridotte al livello delle mura (sono state "cimate") le 11 rialzate sono state, per così dire, restaurate negli anni venti, in occasione del centenario dantesco del 1921, perché visibili dall'allora via di transito principale, la Cassia. Sopra la cinta muraria correva un camminamento che percorreva l'intero perimetro. Nel 2005 sono state ricostruite alcune parti del camminamento, da cui è possibile godere di una vista unica e suggestiva. La Porta Franca o Romea (orientata verso Siena) sorge alla base di un torrione mentre quella verso Firenze, porta di sotto, si apre nelle mura ed è a fianco da una delle torri del perimetro fortificato. Entrando dalla Porta Franca o Romea, che in origine era dotata di una pesante cancellata che veniva abbassata in caso di pericolo, si accede a Piazza Roma, il cuore del borgo. La piazza in origine era "a sterro", ovvero senza pavimentazione, ma fu lastricata negli anni settanta con pietra proveniente dalle cave di Rosia (detta Pietra da Torre). A tutt'oggi la piazza è circondata da giardini e orti, molto importanti in passato per permettere la sopravvivenza della popolazione anche in caso di assedio. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di Santa Maria Assunta.
Uno dei borghi più antichi del territorio è quello di Abbadia a Isola, oltre Abbadia è possibile visitare Strove, un antichissimo borgo di poco posteriore al VI secolo, con una preziosa pieve a capanna. All'interno delle ex paludi del Canneto e nei pressi di Scarna si trova una necropoli etrusca, risalente al IV secolo a.C. Altri luoghi di notevole importanza sono il trecentesco Castello della Chiocciola e la villa di Santa Colomba che, a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento, fu la residenza del signore di Siena Pandolfo Petrucci.
Borgo di Monteriggioni
Comune di Monteriggioni
Provincia di Siena
Regione Toscana
Abitanti: 10.101 monteriggionesi
Altitudine centro: 274 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Comuni della Via Francigena
Riconoscimenti
Bandiera Arancione - Touring Club Italiano
Il Comune
Via Cassia Nord 150 - Tel. +39 0577 306607
IN AUTO
IN TRENO
IN AEREO
Scavate nelle vostre memorie letterarie ed estraete quel passo dell’Inferno di Dante: «…sulla cerchia tonda / Montereggioni di torri si corona». Fin da quei tempi stupiva. Fin dagli inizi del Duecento, quando non era ancora paese, ma un fortilizio, un avamposto lungo l’antica strada romea che già da secoli era battuta dai pellegrini.
All’interno delle mura, che si adattano alle curve altimetriche del colle, il caseggiato, fatto di case basse che di poco superano l’altezza della cinta, è impostato su una maglia quadrangolare, con tre vie fra loro parallele e una larga piazza, giustamente ritenuta la più bella fra le piccole piazze toscane. Su uno dei suoi lati, prospetta la chiesa di Santa Maria Assunta, in stile romanico-gotico. Si trova nominata pieve già nel XIV secolo. Da non dimenticare che nel territorio di Monteriggioni sorge dall’inizio del secolo XI, ben prima del borgo turrito, uno fra gli edifici religiosi più importanti dell’intera Val d’Elsa: la Badia dei Santi Salvatore, Cirino e Sebastiano, altrimenti nota come Badia a Isola, eretta attorno all’anno Mille per volere di una nobildonna di origine longobarda, signora di Monte Maggio e della Val di Strove, in ausilio ai pellegrini. Mille e ancor più sono i tesori d’arte e di natura che nasconde il territorio di Monteriggioni: la sua posizione fra antiche percorrenze etrusche, romane, medievali e moderne ne ha fatto un formidabile “parco delle meraviglie” da indagare con passione e con ogni mezzo: a piedi, a cavallo, in bicicletta.
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