Ortigia (l'Ottiggia in dialetto siracusano, Ortygia, Ὀρτυγία in greco antico) è il toponimo dell'isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa, in Sicilia. Il suo nome deriverebbe dal greco antico ortyx (ὄρτυξ) che significa quaglia. L'isola di Ortigia è molto importante per comprendere le origini dell'intera Siracusa, poiché le fonti attestano che su quest'isolotto poco distante dalla terraferma, sorse il primo nucleo abitativo dei coloni corinzi.
L'isola è stata da sempre il cuore della città, lo testimonia il fatto che sin dall'età del bronzo antico fosse abitata, e lo testimoniano anche resti di capanne circolari del XIV secolo a.C. riferibili alla cultura di Thapsos. Il successivo arrivo dei greci spinse la popolazione sicula a ritirarsi nell'entroterra, come ci narra Tucidide. Ma senza alcun dubbio molti dei siculi rimasero in Ortigia dopo l'avvenuta colonizzazione greca, dato che sono le stesse vicende storiche a narrarci dei contrasti per il comando della città tra gamoroi, discendenti dei primi coloni corinzi, e killichirioi, discendenti appunto dei siculi che in precedenza abitavano Siracusa e Ortigia. La storia prosegue e i siculi Killichirioi vengono sconfitti da Gelone di Gela, chiamato in aiuto dai Gamoroi, diventerà il primo tiranno di Siracusa. Ortigia in epoca greca fu, soprattutto inizialmente, il centro politico e religioso della città; lo dimostra il fatto che nell'isola venne edificata la via sacra (la quale attualmente ricade nell'asse urbano della via Dione e del secondo tratto della via Roma), ovvero quella via che conteneva importanti templi degli dei, come l'Artemision e l'Athenaion (attuale Duomo di Siracusa).
In Ortigia venne edificato il palazzo del tiranno, ovvero la sede del potere politico dei tiranni siracusani. Il porto (Porto Grande e Porto Piccolo) ebbe per Ortigia grande importanza; al centro delle grandi battaglie siracusane. L'isola prese parte a molte delle difese cittadine, era anch'essa circondata dalle imponenti mura dionigiane che si estendevano fino al monte Epipoli, nei pressi del Castello Eurialo. Durante l'assedio dei romani nel 212. a.C., Ortigia divenne l'ultimo quartiere di Siracusa a cadere in mano di Roma. Con l'aiuto delle navi cartaginesi e con le geniali macchine da guerra di Archimede, i siracusani resistettero ad oltranza all'esercito romano che non poté fare altro che stare al di fuori delle mura aretusee. Ortigia in epoca medievale divenne sempre più centrale, dato che la popolazione siracusana a seguito delle grandi guerre (la fine dell'Impero Romano d'Occidente; la conquista dei franchi e dei vandali) diminuì fino a ridursi per la quasi totalità nell'abitato dell'isola di Ortigia, spopolando i restanti quartieri. L'isola venne fortificata ulteriormente, affrontò le vicende bizantine di Siracusa, quando la città fu nominata "Capitale dell'Impero dei Romani" (detta anche "Capitale dell'Impero Romano d'Oriente), diventando dunque sede dell'imperatore bizantino, Costante II, e rifiorendo per un breve periodo, non troppo felice perché la città mal sopportò le tasse, eccessive, che l'imperatore aveva dato ai cittadini. Subì dunque l'attacco di Costantinopoli che ridiventò Capitale dell'Impero, dopo che il figlio di Costante II venne a riprendersi la corona imperiale.
Successivamente l'isola dovrà affrontare uno degli assedi più sofferti della storia di Siracusa, ovvero l'assedio arabo dell'878 d.C., il quale ridurrà la popolazione alla fame e la costringerà alla resa dopo mesi e mesi di patimenti. La dominazione spagnola rappresentò per Ortigia un momento decisivo e in un certo senso epocale, perché il suo aspetto urbanistico, e quindi anche la sua immagine culturale, cambiò radicalmente volvendo nella maniera che ancor oggi, in epoca contemporanea, essa mostra. Furono infatti gli architetti voluti dai governatori di Castiglia e Aragona a imprimere all'isola la facciata in stile barocco, con palazzi alla catalana e fantasie mescolate tra l'arte siciliana e l'arte spagnola, che in tempi moderni sono stati la lode e il vanto dell'isola, dandole il titolo di "centro del barocco siciliano", paragonabile al barocco della più rinomata, in argomento, Noto. Ortigia fu anche la sede della Camera Reginale; un organo governativo proveniente dalla Spagna ma instaurato sul territorio, che dava alla sua sede una sorta di titolo giuridico di "Stato dentro lo Stato", fu istituita da Federico III d'Aragona come dono alla sua consorte, Eleonora d'Angiò. Il '600, '700 e '800 furono epoche molto difficili per l'isola di Ortigia, la quale sosteneva il titolo dell'intera "Città di Siracusa" all'interno delle sue mura.
Divenuta una fortezza militare subì gli attacchi degli austriaci, la difesa delle coste dai turchi, i vari passaggi di potere fino a giungere al trattato di Utrecht con il quale la Spagna dichiarava davanti all'Europa di rinunciare alla Sicilia, che passava così nelle mani dell'Austria con la casa regnante degli Asburgo. In seguito arrivarono i Savoia dal Piemonte ma la loro monarchia in Sicilia durò pochissimo dato che né la Spagna, né l'Austria avevano intenzione di rinunciare all'isola più grande del Mediterraneo. Dopo il progressivo abbandono del centro storico avvenuto tra gli anni settanta e ottanta del novecento ed il conseguente aumento di criminalità e degrado, l'isola è stata oggetto di una serie di progetti di riqualificazione urbana tra cui quello Urban che ha previsto l'apertura di numerose strutture ricettive nonché l'apertura del Museo del mare gestito dal consorzio Syrakosia ricavato all'interno della ex Chiesa dell'Aracoeli, in via Gaetano Zummo e di altri musei importanti siti nell'isola.
Ortigia è stata presente in molti film con cast di grande livello, come ad esempio Vittorio De Sica; Franco e Ciccio; Walter Chiari; Giuseppe Tornatore; Monica Bellucci e molti altri. Nelle vie dell'isola di Ortigia sono state girate scene di note serie televisive nazionali, come il Commissario Montalbano, scritto da Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti. Ma anche fiction come l'onore e il rispetto, interpretato da Gabriel Garko. Sono da menzionare anche le riprese del film sulla vita di Caravaggio, girato nel 2007 e diretto da Angelo Longoni; riprese significative poiché Caravaggio è stato realmente a Siracusa nella sua vita, e in città è conservato un suo noto dipinto: il Seppellimento di Santa Lucia.
Ma Ortigia non è meta di cinema solo per gli attori e registi italiani, essa è infatti nota anche all'estero per i suoi panorami, i suoi monumenti, il suo sapore e clima mediterraneo. Ad esempio vi hanno girato delle scene del loro film Sicilia!, i due cineasti francesi Straub e Danièle Huillet, o ancora qui vi è stata anche Margarethe von Trotta, vincitrice del premio Federico Fellini e del Leone d'oro al miglior film proprio con Anni di piombo, girato a Siracusa. E la fiction "Ballate d'amore", diretta dal regista argentino Roberto Luis Garay, che più volte ha scelto Siracusa e provincia per le sue riprese. Ortigia si può dunque definire "meta d'ispirazione" per i tanti registi che la scelgono.
Dopo aver fatto visita ad Ortigia nel 2010, Roberto Benigni vi ha in seguito acquistato un'abitazione barocca che ha restaurato rispettandone le forme iniziali e il contesto del luogo. Ortigia è inoltre la sede delle manifestazioni cinematografiche che avvengono a Siracusa, come l'Ortigia Festival e l'Ares Film Festival.