Chi lo avrebbe mai detto che "l'abisso" fosse così vicino a noi?
Ma fondamentalmente, cosa è un abisso?
Una canzone della quale non ricordo titolo o artista cantava del dolce sprofondare in un abisso ma qui di dolce c'è ben poco. Sto parlando di un lago dell'abisso (o dell'inferno) e più precisamente del lago Aiso a pochi chilometri da Bevagna, borgo in provincia di Perugia. Il lago di Aiso è un luogo ricco di misteri e, a quanto sembra, ogni tanto ne saltano fuori di nuovi e sempre più misteriosi.
MISTERO?... o leggenda?
La storia del lago di Aiso, piccola conformazione lacustre di solo 25 metri di diametro e poco oltre i 13 di profondità, ci fa tornare indietro di circa 1400 anni quando nel 600 in quella zona non c'era nessun lago ma un avido contadino dal nome tutt'altro che puro.
Chiarò era il nome del contadino padrone della zona. Un Paperon de Paperoni che preferì trebbiare piuttosto che fermarsi, anche solo per un giorno, in onore della giornata dedicata a Santa Anna.
La tradizione del tempo voleva che tutti si fermassero in riposo e adorazione della santa il 26 luglio ma Chiarò non ne volle sapere.
Padre di 2 figli, "felicemente" sposato con una credente tutta d'un pezzo, Chiarò sfidò la santa ed a questo atto risposero gli angeli suggerendo alla moglie di scappare dalla zona dato che l'abisso stava per inghiottire la loro fattoria.
La leggenda continua dicendo che la fattoria di Chiarò sprofondò nell'abisso e il tutto fu colmato da acqua fino a creare il lago di Aiso.
La moglie di Chiarò riuscì a fuggire dalla catastrofe con la prole ma un rigagnolo d'acqua li seguiva e si avvicinava minaccioso. Un angelo disse alla donna di abbandonare a terra il più piccolo dei figli in quanto sarebbe diventato più crudele e avido del padre, e la donna, disperata, obbedì. Oggi, laddove il piccolo fu abbandonato, c'è il lago di Aisilli, più piccolo del lago di Aiso e ben poco distante.
Aiso e Aisilli, che ancora oggi adornano con il fascino dell'acqua la zona di Bevagna, echeggiano ogni tanto di misteri e leggende. Sembra infatti che nel 2012 alcuni scatti di Elisa Duvalloni (scatti donati a tuttoggi.info) abbiano ritratto nel paesaggio le fattezze di un volto umano.
La leggenda si estende dicendo che nei giorni di Santa Anna, camminando nella zona, si possano udire le urla di Chiarò e del suo bambino.
Ma la cosa non finisce qui.
Sembra che intorno al 2012 una studentessa del posto, tale Adalgisa Crisanti, con l'aiuto di alcuni sommozzatori, abbia documentato l'esistenza di uno strano piccolissimo pesce simile ad una foglia ma questo stupisce poco pensando che nello stesso specchio d'acqua sembra sia stato visto in precedenza un pesce con un solo occhio che purtroppo oggi non vi si trova più.
Ciò non toglie che tra il 2000 ed il 2004 nelle acque dell'Aiso furono scoperte parti di un abitazione, oggi esposte nel museo di Perugia, risalenti a tempi non troppo moderni.
Se siete in visita nel borgo di Bevagna penso che ora sappiate cosa vedere ma ricordate:
L'avidità è peccato, rischiate l'abisso... o forse di pescare solo strani pesci... ma penso valga sempre la pena di visitare certi luoghi magici.