Roveré della Luna, panoramica sui vigneti
La Piana Rotaliana Königsberg è un piccolo territorio nel cuore del Trentino collocato in una posizione strategica, al centro di una delle valli più ampie dell’intero arco alpino, la Valle dell’Adige. Questa è stata nella storia una delle principali vie di collegamento tra l’Italia e il centro dell’Europa, attraverso le Alpi. La presenza di un flusso continuo di persone che si spostavano da nord a sud e viceversa, ieri come oggi, ha determinato la nascita e lo sviluppo, lungo la valle, di tanti paesi vocati al commercio, all’agricoltura e all’ospitalità.
Lo si evince da molte architetture storiche, a volte concepite come vere e proprie scenografie per colpire l’attenzione dei viaggiatori. Questi elementi sono ancora oggi ben visibili e caratterizzano l’aspetto delle borgate della Piana Rotaliana Königsberg e del paesaggio che le circonda, raccontando una storia ricchissima che culmina nella fiorente identità vitivinicola dei giorni nostri.
Scopri con noi i borghi di questo territorio, per un viaggio all’insegna di storia, tradizioni e viticoltura!
Lavis, il centro principale di questo territorio, è anche quello che più di altri rappresenta questa storia di transiti e scambi tra popolazioni diverse. Si sviluppa sulla sponda nord del torrente Avisio che, per la sua conformazione, ha costituito per secoli una barriera naturale tra nord e sud. L’unico ponte che lo attraversava in passato era un punto di passaggio obbligato per tutti i viaggiatori. Nel 1850 qui si pagava un pedaggio e, proprio di fronte al ponte, il visionario Tommaso Bortolotti costruì uno scenografico giardino pensile unico nel suo genere. Il giardino divenne noto col nome di Giardino dei Ciucioi (dal tedesco zum Zoll = alla dogana) e finalmente, dopo lunghi anni di restauro, oggi è tornato al suo splendore originario. E’ un luogo incredibile per le sue molteplici facce: è un interessante giardino botanico ma anche un’architettura eclettica ricca di riferimenti simbolici. Tra le varie possibilità di visita consigliamo quelle teatralizzate, con performance dal vivo o in cuffia, e quelle guidate, dove si percorrerà un suggestivo percorso ascensionale tra vari terrazzamenti, scoprendo una serra che profuma di limoni, la loggia, un ingegnoso sistema di riscaldamento ed irrigazione e altri misteriosi ambienti come chiese, castelli e grotte.
Ciucioi - Ph. Nicola Cagol
Oggi Lavis è un centro molto attivo nell’ambito commerciale, ma la principale vocazione rimane quella vitivinicola. Questa zona ha una eccezionale vocazione alla coltivazione di uve a bacca bianca, in particolare Chardonnay e Nosiola. Le suggestive Colline Avisiane sono il fulcro di questa produzione: il loro paesaggio è caratterizzato dalle geometrie tipiche della vite e da strade rurali che collegano tra loro i vari masi, edifici contadini tipici della zona. In primavera, ogni 25 aprile, da non perdere l’evento enogastronomico “Di maso in maso, di vino in vino”.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Giardino dei Ciucioi
- Vino: Maso Poli, LaVis, Monfort, Klinger, Maso Grener, Vindimian Rudi
- Gastronomia: Vecchia Sorni, Maso Tratta, Krügel, La Piazzetta, Buongiorno Lavis, Gelateria Serafini, Apicoltura Facchinelli, Troier Carni, La Mela Vispa, Torrefazione Caffè Adler
Lavis - Ph. Nicola Cagol
San Michele all’Adige è un centro di piccole dimensioni che ha rivestito una notevole importanza nel corso della storia grazie alla presenza del fiume Adige e del grande monastero agostiniano che vi fu fondato nel 1145. Il complesso monumentale oggi non ospita più un convento ma rimane uno degli edifici più distintivi della regione, sede di vere eccellenze: al centro spicca la spettacolare chiesa barocca di San Michele Arcangelo, ricca di quadri e decori di pregio. L’ala nord del complesso ospita invece la Fondazione Edmund Mach, uno degli enti di ricerca in campo agronomico e ambientale più importanti dell’arco alpino.
Museo San Michele - Ph. Nicola Cagol
Infine, l’ala sud è adibita a museo: si tratta del METS - Museo etnografico trentino San Michele, dedicato alla cultura popolare, agli usi e ai costumi e alle numerose tradizioni delle valli trentine. E’ uno dei più importanti in Italia nel suo genere, con ben 12.000 oggetti esposti attraverso 43 sale diverse: la visita è un viaggio affascinante attraverso una miriade di storie che spaziano dalla viticoltura del passato ai carnevali tradizionali, dall’antica pratica della tessitura ai riti religiosi, dall’agricoltura all’artigianato.
Tutto ciò racchiuso in un edificio meraviglioso.
San Michele all’Adige è inoltre una zona di riferimento per la produzione di Trento Doc, uno degli spumanti metodo classico più premiati, con la più alta concentrazione di produttori di tutto il Trentino.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: METS - Museo etnografico trentino San Michele e Chiesa di San Michele Arcangelo
- Vino: Zeni Roberto, Endrizzi, Ress, Rechof
- Gastronomia: Da Pino, Da Silvio, 905 Wine Bar, Bike Break Bicigrill, Aquila Nera
Museo San Michele - Ph. Nicola Cagol
Salendo sulle panoramiche colline sopra San Michele si raggiungono, in pochi minuti, prima il castello di Monreale-Königsberg, e poi il piccolo borgo di Faedo, in posizione sopraelevata e dominante rispetto alla vallata. Il primo, risalente al 1300, è stato a lungo la sede amministrativa del territorio; ancora oggi è un vero landmark che si distingue per la sua elegante merlatura, ma purtroppo non è visitabile.
Il paese di Faedo è particolarmente grazioso perché piccolo e compatto; ha conservato intatta la struttura medievale e le architetture storiche che si caratterizzano soprattutto per i numerosi avvolti alla base delle abitazioni. Caratteristica è l’entrata nel borgo, avvolta da due splendide chiese: quella di S. Agata, un vero gioiello risalente ai primi del 1200, e quella del SS. Redentore, del 1900. E’ un borghetto immerso nel verde, circondato da vigneti e boschi che per secoli sono stati interessati dall’attività di minatori in cerca di argento: i sorprendenti resti di alcune antiche miniere sono ancora visibili attraverso un facile percorso di trekking nella natura.
Castello di Monreale-Königsberg - Ph. Federico Graziati
I terreni di Faedo rendono possibile la coltivazione della vite anche a quote medio alte (650-750 m.s.m.): in alto troviamo vitigni come il Müller Thurgau, in basso varietà come Chardonnay, Traminer Aromatico, Lagrein e Schiava. Il conoide di Faedo è adatto anche alla produzione di uve a base spumante delle tipologie Chardonnay e Pinot nero.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Chiesa di S.Agata e Castello di Monreale-Königsberg (ammirabile dall’esterno)
- Vino: Pojer e Sandri, Graziano Fontana, Sandri Arcangelo, Bellaveder, Villa Piccola
- Gastronomia: Locanda Al Minatore, Ai Molini, Maso Nello
Faedo - Ph. Nicola Cagol
Anche la borgata di Mezzolombardo, come Lavis, è stata fortemente caratterizzata dalla sua posizione. Anche in questo caso, si trattava di un punto di passaggio quasi obbligato per tutti coloro che da sud volevano raggiungere le valli di Non e Sole ed eventualmente proseguire verso Austria e Germania, ancora più a nord. E’ per questo che si è sviluppato nei secoli come importante centro di commercio, soprattutto lungo la sua elegante via principale che ancora oggi è impreziosita dagli stucchi e dai fregi sulle facciate dei palazzi e delle ville d’epoca e dalle vetrine di negozi di alto livello.
Mezzolombardo però si distingue anche per le sue architetture storiche collocate nella parte più alta del paese, in posizione preminente: partendo da sud, si distingue la Chiesa di San Pietro, l’edificio religioso più antico del territorio, risalente al XII secolo. Da qui, spostandosi a piedi verso nord, in pochi passi attraverso un suggestivo e nuovo ponte sospeso lungo ben 130m, è possibile raggiungere la Toresela, una torretta panoramica edificata sui resti di un vecchio edificio difensivo. Proseguendo ancora verso nord con lo sguardo si arriva infine al cinquecentesco Castello della Torre, l’unico del territorio parzialmente visitabile in occasione dei numerosi eventi ospitati nei suoi giardini scenografici.
Castello della Torre - Ph. Elisa Fedrizzi
Trovandosi nel Campo Rotaliano, l’ampio conoide alluvionale del torrente Noce che si estende tra tre paesi, Mezzolombardo è molto vocato alla viticoltura. Il Teroldego, allevato con la caratteristica pergola doppia, è il vitigno autoctono che trova qui la sua migliore espressione enologica.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Castello della Torre (aperto in occasione di eventi)
- Vino e Grappa: De Vigili, Fedrizzi Cipriano, Foradori, Redondel, Rotaliana, Zanini Luigi, Distilleria Villa de Varda
- Gastronomia: Ai Piani, Perbacco, Al Corso, Al Duomo
Mezzolombardo - Ph. Elisa Fedrizzi
Il borgo di Mezzocorona gode di una soleggiata posizione al centro della Piana Rotaliana, ai piedi del Monte di Mezzocorona, in un verde triangolo delimitato dal torrente Noce e dal fiume Adige. Anche qui troviamo alcune architetture storiche notevoli, a cominciare da due castelli. Il primo, Castel San Gottardo, risale al 1100 ed è stato costruito in una posizione incredibile, all’interno di una fenditura nel mezzo di una grandissima parete rocciosa. Oggi è un rudere inaccessibile perché fin dal 1400 i suoi proprietari si trasferirono in una nuova dimora più comoda, il Castel Firmian, edificato proprio sotto al precedente e tuttora abitato dai discendenti. La residenza nobiliare più fastosa del paese però è Palazzo Martini, con le sue corti, gli arredi e i decori originali. E’ qui che si tengono eventi prestigiosi del territorio, come ad esempio la “Mostra del Teroldego Rotaliano”, il vino rosso autoctono più importante del Trentino. Un’altra ex dimora di grande pregio è Palazzo Firmian: oggi è sede del municipio ma conserva ancora in tutto il loro splendore alcuni tra i primissimi affreschi del grande pittore del settecento Paul Troger. Visite guidate ai due palazzi vengono organizzate dalla biblioteca comunale in occasione dei principali eventi della borgata.
Palazzo Martini - Ph. Alfredo Croce
Il suolo alluvionale e le caratteristiche pareti verticali delle montagne, plasmate dall’azione dei ghiacciai nei millenni, consentono la coltivazione di diversi vitigni, tra cui spicca il Teroldego. Qui si tramanda poi da secoli un’importante attività distillatoria, con la produzione di grappe raffinate.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Palazzo Martini, Palazzo Firmian (aperti in occasione di eventi) e Castel San Gottardo (ammirabile dall’esterno)
- Vino e Grappa: Breccia, Dorigati, Donati Marco, De Vescovi Ulzbach, Endrizzi Elio, Martinelli, Distillerie Trentine, Distilleria Bertagnolli, Mezzacorona-Rotari
- Gastronomia: La Cacciatora, Elementi, Dolce Spina, Da Demetrio, Tre Cime, Drago, Bar Franco, Hop’s Cafè
Mezzocorona - Ph. Visit Trentino
Il paese di Zambana, nel comune di Terre d’Adige, è noto soprattutto per la produzione di un ortaggio molto particolare: l’asparago bianco, coltivato in modo artigianale e celebrato nella grande “Festa dell’Asparago Bianco” che si tiene ogni anno tra la fine di aprile e il 1° maggio. Tuttavia questo borgo ha una storia molto particolare, testimoniata da una bellissima chiesa, quella dei Santi Filippo e Giacomo, conosciuta anche come chiesa di Zambana Vecchia: si tratta dell’unico edificio rimasto in piedi dopo che nel 1954 una grande frana investì il paese, distruggendolo interamente.
Oggi il paesino è tornato a nuova vita, conservando una forte memoria della vita agricola di inizio novecento che viene rievocata ogni anno nell’evento “Antiche Terre”, a inizio ottobre.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo (aperta in occasione di eventi)
- Gastronomia: Maso del Gusto, Apple Blood Cider, Maso Rosabel, Asparagi Deco, Asparagi Asta, Aneghe Taneghe
Ph. Alfredo Croce
Anche a Roverè della Luna, sebbene questo sia il più piccolo municipio del territorio, si possono trovare edifici storici di pregio come la piccola Cappella di Sant’Anna, affrescata con una particolare “danza macabra”, e il Palazzo de Kreutzenberg, residenza nobiliare ancora abitata.
Tuttavia la peculiarità più forte di questo paesino, che appare sospeso sopra ad un immenso vigneto, come se galleggiasse su un mare di foglie di vite, è il trovarsi sul confine culturale-linguistico col mondo germanico: qui tutti parlano italiano ma basta fare pochi passi verso nord, entrando in Alto Adige, per immergersi in un contesto culturale diverso, di stampo austro-ungarico, e sentir parlare per strada un po’ di tedesco e di sudtirolese.
Roverè della Luna - Ph. Nicola Cagol
Il conoide di Roverè della Luna presenta un’eccellente esposizione a sud che, unita a un suolo di origine calcarea profondo e fresco, permette un’ottima espressione di vari vitigni quali la Schiava, il Traminer Aromatico e, soprattutto, il Pinot Grigio.
I NOSTRI CONSIGLI:
- Cultura: Cappella di S. Anna, Palazzo de Kreutzenberg (aperti in occasione di eventi)
- Vino: Zehnhof, Roverè della Luna Aichholz
- Gastronomia: Mito, Filiera Ferrari
Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg
Tel: 0461 1752525
E-mail: info@pianarotaliana.it
Web: www.pianarotaliana.it