Il Lago Trasimeno è uno dei punti più incantevoli dell'Umbria, uno dei simboli di quella ricchezza naturalistica che solo questa verdeggiante regione dell'Italia centrale può offrire. Ebbene uno dei borghi situati proprio sulle sponde del lago è Passignano sul Trasimeno e una delle sue frazioni è Castel Rigone, piccolissimo borgo medievale con poche centinaia di abitanti che custodisce uno dei gioielli spirituali più importanti dell'Umbria, ossia il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli.
Castel Rigone sorge poco lontano dalle rive del lago Trasimeno, su una collina panoramica a 653 mt di altezza: pare che le origini di questo grazioso borgo siano legate al luogotenente ostrogoto Rigone o Arrigo, che stabilì proprio su quest'altura il proprio accampamento durante l'assedio di Perugia del 543 d.C. Solo nel XIII secolo è stato costruito il castello, di cui restano le due porte di ingresso, le tre torri, il mastio e qualche mura. Il monumento simbolo di Castel Rigone è però il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli, situato appena fuori dal centro del borgo, avvolto da una leggenda che ancora oggi incrementa il misticismo di questo piccolo angolo di Umbria.
La leggenda che aleggia attorno al Santuario racconta di un avvenimento che riguarda la domestica del parroco, Don Mariotto di Antonio, di nome Marietta: un giorno del 1490 la donna vide una splendida signora venir fuori da uno spinoso cespuglio vicino al quale vi era un muro affrescato con la rappresentazione della Vergine, nei pressi di un pozzo pubblico da cui veniva attinta l’acqua per gli usi domestici, dove di solito si attingeva l'acqua quotidianamente. Ella espresse a Marietta un desiderio, quello di erigere proprio in quel punto una chiesa in suo onore. Tornando verso il centro del paese, la domestica raccontò di questo incontro ma nessuno la credette, anzi fu presa in giro da tutta la cittadinanza e la povera Marietta venne presa per visionaria.
L'apparizione si sarebbe ripetuta più volte finché la ”Signora” manifestò agli increduli abitanti la sua vera natura: la fanciulla tornò a casa con la brocca rovesciata sulla testa, ma ancora piena d'acqua, probabilmente il 25 aprile, e tutti le credettero gridando al miracolo!
Con il permesso di papa Alessandro VI, avvenuto tramite una bolla del dicembre del 1494, si cominciò la costruzione della chiesa, alla quale parteciparono non solo semplici fedeli ma anche la città di Perugia, che in questo modo sperava di ottenere la salvezza per la pestilenza in atto.
Anche il pontefice Clemente VII si dimostrò molto interessato alla costruzione del Santuario. Fu lui, infatti, a istituire la Congregazione Laicale di Maria Santissima dei Miracoli e a concedere al luogo una serie di riconoscimenti e benefici, come ad esempio l'Indulgenza Plenaria a tutti coloro che avrebbero varcato le porte del Santuario previa sincera confessione.
Nonostante si sia ipotizzato che sia stato progettato dal Bramante, il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli è probabilmente opera di Francesco di Giorgio Martini. La chiesa, che ingloba il muretto "miracoloso", presenta una facciata molto semplice realizzata in arenaria, impreziosita da un rosone raffigurante la Ruota della Fortuna. Si fa notare poi il campanile che, nel 1851 è andato a sostituire quello originario del '500 crollato all'inizio dell'800.
L'interno del Santuario, a croce latina e ad unica navata, custodisce moltissime opere di pregio, anche se le attenzioni dei fedeli sono rivolte soprattutto alla Nicchia della Madonna dei Miracoli. È infatti qui, dietro una cancellata in ferro battuto del XVI secolo, che si trova l'antico muretto dal quale sarebbe provenuta la Madonna apparsa a Marietta: non si conosce l'autore dell'opera, ma con molta probabilità è stato realizzato da uno degli artisti che nel Basso Medioevo offrivano la propria arte in cambio di denaro o di vitto e alloggio.
Il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli custodisce anche un affresco del Papacello raffigurante la Deposizione risalente al XVII, affreschi di scuola perugina, un dipinto di Giovan Battista Caporali e una Croce, presente in Sagrestia, opera del Pomarancio e una splendida pala dell'Alfani che decora l'altare maggiore in barocco: questa è però solo una copia, in quanto l'originale fu portato via dalle truppe fiorentine di Ferdinando II de' Medici durante la Guerra Barberina.
In chiesa c'è un’altra opera legata a un presunto miracolo e si tratta di un Crocefisso ligneo: pare infatti che questa opera di autore ignoto fosse destinata a ben altra destinazione ma, durante il tragitto, i muli si fermarono inginocchiandosi proprio davanti al Santuario di Castel Rigone. Questo gesto fu visto come l'inequivocabile volontà divina e da allora il crocifisso non si è più mosso da questo luogo di culto. Nel piazzale antistante il Santuario è presente un olmo, piantato proprio nel luogo esatto in cui gli asinelli si fermarono.