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Località: Strada Provinciale 7ii - Castiglione di Sicilia - Catania

Cuba di Santa Domenica

Cuba di Santa Domenica

La Cuba di Santa Domenica è una cappella rurale del borgo di Castiglione di Sicilia, vicino al fiume Alcantara. Risale al periodo storico compreso tra la dominazione islamica e quella normanna, ossia tra il X e l’XI secolo. Quale che fosse la sua origine, per la sua unicità, per antichità e bellezza l’edificio è stato dichiarato monumento nazionale dal 31 agosto del 1909, grazie allo studio del rudere effettuato da Sebastiano Agati. Chiamata anche ‘a cubula dagli abitanti, l’edificio è una riduzione nel quadrato dell’impianto basilicale. Il materiale con cui è costruita è vario: roccia calcarea e metamorfica, blocchi lavici, malta e materiali in cotto. Internamente doveva essere ricca di affreschi di gusto bizantino, oggi perduti. Il tetto e la pavimentazione sarebbero stati in cotto.

L’edificio, rigidamente geometrico, è basato su forme essenzialmente cubiche in cui sono racchiusi gli elementi tipici delle strutture longitudinali. Così Santa Domenica si presenta a croce latina con pianta quadrata, cupola e un’abside, la cui luce proviene da ha una bifora rivolta verso est affinché, secondo tradizione, durante la veglia pasquale la luce della luna piena entrando nell’edificio attraverso l’apertura desse inizio alla Pasqua. La facciata a due ordini si presenta tripartita, con un corpo centrale maggiore il cui aspetto piano odierno è frutto del restauro operato nel 1959, mentre i due lati sono più bassi e chiusi a spiovente. Due possenti contrafforti animano il primo primo ordine su cui si apre il portale d’accesso al corpo centrale. Il portale centrale presenta una tipologia edilizia arcaica, detta a «testa di chiodo», la cui lunetta venne murata in antico. Un altro ingresso di medesima fattura, ma di più ridotte misure, si apre per l’accesso alla navata settentrionale. Nel secondo ordine della facciata si apriva una trifora di dimensioni considerevoli ingentilita da una regolare alternanza tra pietra lavica, mattoni in laterizio e pietra calcarea della medesima fattura della bifora aperta sul cappellone orientale.

Gli ambienti interni si sviluppano intorno ad un unico corpo cubico quasi centrale chiuso da una volta a pseudo-muqarnas, sostenuta da un intreccio di vele, antesignano o ispirato alle volte dell’architettura islamica, in parte coperte da minime tracce degli intonaci originali che ne evidenziano le forme, che potrebbe aver giustificato il nome locale di cubula (forse, dal latino medioevale cupula, botticella), innestato su un corpo quadrangolare, addossato alla facciata sul lato ovest e sostenuto da due possenti pilastri sul lato opposto con capitello a modanatura semplice (toro) pseudo-tuscanico. Lungo le pareti laterali si aprono due archi retti al centro da un pilastro, chiuso dal consueto capitello, comunicanti con le navate laterali. Queste sono costituite da tre campate per nave, con copertura a volta a crociera, disposte irregolarmente rispetto agli archi di connessione al corpo quadrangolare. A est si dispone un transetto tripartito, il cui corpo centrale è isolato visivamente attraverso due possenti archi che sostengono una campata trapezoidale con copertura a crociera, mentre i corpi laterali, più bassi, sono chiusi da un semplice soffitto a botte. Il corpo centrale del transetto – più alto delle navate laterali, ma più basso del cappellone centrale – è illuminato da due monofore nei lati sud e nord, mentre a est da una lunetta ribassata, molto simile alle finestre presenti nella Cuba di Malvagna o nella Cappella Bonajuto di Catania. Vi si addossa il cappellone dell’unica abside a est. Nello spessore murario delle pareti nord e sud del transetto sono ricavate rispettivamente due piccole nicchie a circa un metro da terra, con evidente funzione di altari laterali.

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Castiglione di Sicilia
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