La pieve di Sant'Appiano è dedicata al santo a cui tradizionalmente viene attribuita l'evangelizzazione della Valdelsa. È l'unico edificio nel contado fiorentino che conserva resti di un battistero autonomo rispetto alla chiesa. Oggi del battistero restano solo quattro pilastri, memori della pianta centrale dell'edificio. La pieve conserva le tracce di due fasi costruttive: le archeggiature che dividono la navata a sinistra appartengono al X-XI secolo, come l'abside decorata a fornici e la sopraelevazione della navata ritmata da archetti lombardi; le archeggiature di destra sono state ricostruite in cotto dopo il crollo del campanile, avvenuto nel 1171: le forme sono più slanciate, i capitelli sono scolpiti con foglie stilizzate e i volti umani resi realisticamente. La pieve presenta una facciata a salienti in cui sono riconoscibili le diverse fasi romaniche: la parte più primitiva, quella protoromanica, è quella costituita dal paramento murario realizzato con ciottoli di fiume mischiati a pietra arenaria, un'altra fase, risalente all'epoca romanica, è quella realizzata con mattoni in cotto disposti casualmente ma ben profilati e zigrinati; ad una terza fase, molto più recente sono da ascrivere il portale con timpano e i due oblò posti in corrispondenza delle navate. Nei locali annessi alla chiesa è stato ricavato un piccolo Antiquarium, che funge da museo archeologico. Il pezzo senz'altro più interessante è un Idoletto pagano (Eros che cavalca un cane), in pietra, databile al II secolo d.C.