Il Palazzo Pretorio o dei Vicari si trova a Certaldo Alta, in Toscana. Si tratta dell'edificio più importante del paese medioevale, nonché uno dei simboli di Certaldo. Con l'attigua chiesa dei Santi Tommaso e Prospero forma un unico percorso museale. È uno dei tre musei più importanti del borgo insieme al Museo di Arte Sacra e a Casa Boccaccio, per i quali è possibile acquistare un unico biglietto di ingresso.
Oggi si presenta con una facciata a mattoni, sormontata da merli frutto di restauri del XIX secolo, con una torre sulla destra con un orologio qui posto nel 1484. Gli stemmi in terracotta invetriata, di marmo, di pietra serena, ecc. che costellano la facciata ne rappresentano la peculiarità: fatti apporre dai vari Vicari che hanno dimorato nel palazzo dal XV al XVIII secolo, riportano l'arme del Vicario e un'iscrizione con le date in cui ha tenuto la carica. Davanti al palazzo si erge una loggetta trasformata nel corso del XIX secolo in abitazione privata tamponando gli spazi tra le colonne.
Il palazzo si trova nella parte più alta e più antica del borgo, da dove partono le due strade principali dell'abitato medievale: via Boccaccio (asse portante del paese) e via del Rivellino (la più antica). Antica dimora dei Conti Alberti, il palazzo fu costruito verso la fine del XII secolo. Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, Certaldo passò definitivamente sotto l'influenza di Firenze e il Palazzo venne confiscato ai Conti Alberti. Già dal 1420 (data ricavata da uno dei numerosi stemmi presenti) a Certaldo risiedeva un Vicario, magistrato fiorentino con il compito di amministrare la giustizia in Valdelsa e in Val di Pesa: il palazzo da maschio feudale, fu adattato ad edificio pubblico. La loggetta già esistente nel 1455 serviva per le parate solenni e per le cerimonie pubbliche del Vicario. All'interno della loggetta, nel muro frontale, ci sono degli affreschi: alcuni sono stemmi, come quello della famiglia Medici, signori di Firenze, alcuni come quello raffigurante una donna con una bilancia e con un leone, del 1506, sono dipinti allegorici o simbolici della vita politica della zona.