E’ un weekend all’ombra del Monviso quello che ci concediamo tra Ostana e Chianale.
Le terre cuneesi regalano monti e valli, boschi e pascoli ma anche tanti piccoli borghi da scoprire.
Ostana è situata nel cuore della valle Po, Chianale è invece il più alto della valle Varaita. Entrambi sono inseriti nella lista dei Borghi più belli d’Italia.
E’ da Cuneo, deliziosa città alla confluenza dei fiumi Stura e Gesso, capoluogo più meridionale del Piemonte, che partiamo alla volta di Ostana.
Sono le ampie campagne cuneesi ad accompagnarci alla volta della storica Saluzzo, dopo aver superato, tra i principali centri, Busca e Costigliole Saluzzo. Si prosegue seguendo la provinciale della valle Po. Giunti a Crissolo, prima d’entrare in paese, si svolta a destra e si sale a Ostana.
Villa, Ciampagna, Sant’Antonio, San Bernardo, Bernardi e Serre sono le numerose frazioni in cui si divide Ostana, adagiate lungo i dolci pendii all’ombra del Monviso, il re delle Alpi Cozie.
Il capoluogo di questo borgo legato alla cultura occitana è Villa, sede del municipio e caratterizzato da belle case in legno e pietra.
Da vedere nel capoluogo l’interessante museo etnografico, dove sono ricostruiti gli ambienti del passato come la stalla e la cantina con gli oggetti e gli attrezzi della vita di montagna.
Proseguiamo il giro nelle frazioni tra cui quella di Sant’Antonio, a 1350 metri d’altitudine, che sorge a monte della chiesa parrocchiale ed è disseminata di belle abitazioni di fattura occitana oltre a presentare una piccola chiesa dalla facciata con affreschi del Settecento e da un’ampia copertura sporgente. Poi i pascoli e la vista mozzafiato sul Monviso che domina con la sua imponente sagoma.
Piatto tipico locale è la polenta di patate e grano saraceno, servita ben calda con il formaggio. Altro piatto della tradizione ostanese è quello delle acciughe al verde, che salate e diliscate vengono poste in salsa di olio, prezzemolo, aglio e peperoncino tritati.
Lasciamo Ostana e l’alta valle del Po per tornare a Cuneo mentre scende la sera sulle Alpi Cozie.
Secondo giorno del weekend a Chianale, che raggiungiamo passando nuovamente da Busca, interessante paese storico, per salire in valle e transitare da Sampeyre e da Casteldelfino, dove si trova una porzione del Bosco dell’Alevè, il più esteso bosco autoctono di pini cembri dell’Europa Occidentale, zona protetta dall’Unione Europea.
Giungiamo quindi a Pontechianale, comune sparso della valle formato da una serie di frazioni.
Il vecchio capoluogo, Chiesa, fu protagonista delle cronache degli anni Trenta quando fu sommerso dalle acque per dare vita ad un bacino artificiale per la produzione d’energia elettrica.
Le borgate che oggi formano il comune sono Castello, a 1608 metri d’altezza, dove si trova lo sbarramento artificiale che forma il lago omonimo, Maddalena, rinomato centro turistico invernale ed estivo dov’è situato il municipio, e Chianale, a 1800 metri d’altezza, l’ultimo borgo della valle, oltre il quale la strada prosegue alla volta del colle dell’Agnello, valico che unisce, nella bella stagione, la valle Varaita con la francese valle del Guil.
Molto interessante l’abitato di Chianale per le sue belle architetture alpine in pietra e legno, centro perfettamente intatto e ricco d’importanti spunti architettonici tra cui i “tetes coupèes”, antichi simboli apotropaici, scolpiti nella pietra, di origine celtica, di cui se ne ammirano degli esempi sui muri delle case.
Struttura del borgo centrata sull’asse dell’antico Chemin Royal, l’antica strada del sale che collegava l’alta valle Varaita con la Francia.
Da vedere la quattrocentesca chiesa di Sant’Antonio dal campanile a vela, e la parrocchiale barocca di San Lorenzo del diciottesimo secolo. Particolarmente suggestivo il lago di Castello, che s’incontra prima di giungere alla frazione, meta turistica estiva, ma anche di grande fascino durante la stagione invernale.
In valle Varaita si devono assolutamente assaggiare “Les ravioles”, gli gnocchi di patate impastate con formaggio e servite con burro fuso, sostanzioso piatto che ci gustiamo prima di acquistare un bel pezzo di toma d’alpeggio da uno dei produttori locali, e ripartire alla volta di Cuneo, capitale di questa zona di Piemonte ricca di valli, storia e cultura occitana.
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