E’ dalla piccola capitale del lago Maggiore che inizia uno degli itinerari più suggestivi del Verbano. Cuore geografico del bacino, Verbania è un po’ il punto d’incontro tra il braccio settentrionale e quello meridionale del lago; s’affaccia sull’arcipelago delle isole Borromee ma è anche il punto di partenza per un interessante percorso alla volta del confine svizzero.
Lasciamo Verbania percorrendo la statale 34 del Lago Maggiore, uno dei tratti stradali più panoramici del Piemonte, lunga via costeggiante le acque della sponda piemontese fino al confine svizzero.
Ghiffa e Oggebbio precedono l’arrivo a Cannero Riviera. La prima intorno alla metà dell’Ottocento divenne un importante centro artigianale specializzato nella produzione di cappelli maschili in feltro di coniglio. Ghiffa è però anche il suo Sacro Monte in bella posizione panoramica sul lago, complesso barocco che unisce alla chiesa del Santuario altre tre cappelle e il bel porticato della Via Crucis, immerso nei duecento ettari della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte.
Lasciata Ghiffa, proseguendo verso nord alla volta di Cannobio, si giunge a Oggebbio, dominato dal campanile più alto del Verbano, di ben 42 metri, della chiesa parrocchiale di S. Pietro, paese composto da ben quindici villaggi.
Proseguendo lungo la statale 34 si giunge a Cannero Riviera, borgo dalla lussureggiante vegetazione, favorita dal clima temperato d’estate e mite d’inverno. Cedri, aranci, palme, camelie, rododendri, olivi, limoni e azalee regalano scenari mediterranei.
E’ la passeggiata sul lungolago a regalare la vista dei castelli di Cannero, suggestivi ruderi che sorgono su due isolotti a pochi metri dalla riva.
Panorami mozzafiato sono invece godibili dalla fitta rete di sentieri dell’interno. Alla zona rivierasca, storicamente terra di commerci, pesca, ville e giardini, si contrappone infatti quella dell’interno, terra dominata dall’attività agricola.
Località esclusiva ed elegante, Cannero Riviera merita una visita tutto l’anno. Terra di agrumi, la cui coltivazione pare essere praticata da queste parti fin dal XVI secolo, per il suo clima e per tali coltivazioni ha cambiato, nel 1947, il nome da Cannero a Cannero Riviera. A celebrazione di tale straordinaria particolarità, la cittadina propone un viaggio tra i suoi frutti nel Parco degli Agrumi, un percorso tra i filari di agrumi “locali”, tipici di questo angolo di Piemonte dal clima mite, dove respirare l’aria di Mediterraneo e approfondire le conoscenze botaniche.
Imperdibile la passeggiata lungo il lago tra gli ulivi, le aloe, gli aranci e le palme, tra il verde dei prati, le acque e i monti che fanno da cornice all’abitato.
Interessante anche una visita al Museo Etnografico e della Spazzola, situato a Villa Laura che consente di conoscere attraverso gli oggetti la vita quotidiana della Cannero di un tempo. Un viaggio nel passato tra la vita nell’asilo e nella scuola, attraverso i costumi di una volta, i giochi, i passatempi e le attività domestiche e contadine, e una parte dedicata alla produzione che caratterizzò Cannero tra il XIX e la prima metà del XX secolo; l’industria della spazzola.
Lasciato l’abitato di Cannero Riviera, costeggiando il lago, si raggiunge uno degli angoli più suggestivi del Lago Maggiore. La vista dei Castelli di Cannero impone una fermata lungo la strada che porta a Cannobio. Le rovine dei due castelli, resti della Rocca Vitaliana voluta da Lodovico Borromeo, sembrano affiorare dalle acque.
E’ la vista della Svizzera e dell’estremità settentrionale del Lago Maggiore a precedere l’arrivo a Cannobio, ultimo centro della litoranea piemontese prima di varcare la frontiera.
Tra i centri più vivaci e interessanti dell’intero Verbano, Cannobio propone la sua bella palazzata e una delle più scenografiche passeggiate sul lago, tra le vecchie case dei pescatori, la bella piazza Vittorio Emanuele III e il Santuario della Santissima Pietà.
Importante centro strategico commerciale fin dall’età preromana, la cittadina offre un ricco apparato architettonico. Entrando nella cittadina da sud è il monumento del Leone ad accogliere i visitatori; risalente al 1889 è opera dello scultore Giulio Branca, in ricordo della difesa di Cannobio contro gli austriaci provenienti dal lago nel 1859.
Al Santuario della Santissima Pietà si uniscono la Collegiata di San Vittore, dall’imponente interno a navata unica, con l’organo del 1837 costruito dal varesino Luigi Maroni Biroldi, e l’Oratorio di Santa Marta.
Principale espressione dell’architettura civile è il Palazzo della Ragione, detto Parasio, edificato nel 1291 dal podestà Ugolino, mentre sul lato destro del palazzo si erge la Torre Comunale, edificio romanico del XII secolo.
Imperdibile una sosta golosa in uno dei ristoranti del borgo per concedersi un tagliere di salumi ossolani o magari qualche piatto a base di pesce di lago.
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