Quando si pensa alle grandi civiltà del passato italiano, la mente rimanda subito ai romani; eppure, non tutti sanno che questo glorioso popolo, che per secoli ha dominato il mondo, ha attinto molto da un’altra civiltà che ha primeggiato sul suolo italico: gli etruschi. Occupavano un vasto territorio che si estendeva dal fiume Arno al Tevere, comprendendo le attuali regioni della Toscana, del Lazio e dell’Umbria. Fondarono undici grandi centri facenti parte della Dodecapoli e ancora oggi queste città custodiscono memorie indelebili del potere etrusco, soprattutto le necropoli, tra le quali quelle di Populonia, Cerveteri e Tarquinia.
Chi desidera conoscere meglio questa grande civiltà preromana può organizzare un tour lungo il Cammino d’Etruria, che collega Volterra a Chiusi in 12 emozionanti tappe.
Il Cammino d’Etruria: si parte da Volterra
Attraverso il Cammino d’Etruria ci si ritrova nella maggior parte dei casi su strade secondarie e campestri, ben lontane dal traffico e immerse in un’atmosfera bucolica dove riecheggiano ancora i fasti di un passato tanto lontano quanto affascinante. Si parte da Volterra, la città dei vampiri di Twilight e dell’alabastro, sita nel cuore della Maremma Pisana. Gli etruschi a Volterra rivivono in parte nella cinta muraria, nella Porta Diana e in quella dell’Arco eretta tra i IV e il III a.C., ma soprattutto nella piccola Acropoli dove sono visibili i resti di magazzini e luoghi di culto etruschi. È d’obbligo una visita al Museo Etrusco Guarnacci, dove sono custoditi in particolare la Stele di Avile Tite, l’Urna degli Sposi in terracotta e un’esile scultura di 2300 anni fa soprannominata dal D’Annunzio “L’ombra della sera”.
Porta All’Arco
La prima tappa si conclude a Casole d’Elsa, antico borgo di origine etrusca situato nella pittoresca zona collinare della Montagnola Senese. La Rocca, della metà del XIV secolo, domina l’abitato con le sue torri circolari e ospita all’interno l’interessante Pinacoteca ArteViva. Da vedere la Collegiata di Santa Maria Assunta risalente all’anno 1161, dove sono custoditi una fonte battesimale cinquecentesca, pitture del ‘300 e una splendida terracotta invetriata del Della Robbia. All’interno poi del Museo archeologico si possono ammirare reperti di fattura etrusca e non solo, come una testa in marmo raffigurante una divinità greca.
Museo Archeologico e della Collegiata
La seconda e la terza tappa comprendono il passaggio nei borghi di Sovicille e di Monteroni d’Arbia, raggiungendo poi la cittadina di Murlo, meta della quinta tappa del Cammino d’Etruria. Premiato dal Touring Club Italia con la Bandiera Arancione, Murlo ruota attorno al Castello medievale con vista sulle Colline Metallifere e sulle Crete Senesi. Una sosta a Murlo permette poi di visitare l’Antiquarium di Poggio Civitate, sito all’interno del Palazzo del Vescovo: qui sono conservati oggetti di vita quotidiana, bronzi, ceramiche, lastre in terracotta decorata proveniente da lussuose abitazioni etrusche del VII-VI a.C. e soprattutto una misteriosa scultura raffigurante un uomo con un grande cappello in testa.
Antiquarium di Poggio Civitate
Da Buonconvento a Chiusi
La sesta tappa di questo cammino sulle tracce degli etruschi raggiunge uno dei più bei borghi d’Italia, ossia Buonconvento, situato nella Valle dell’Ombrone, nel cuore delle Crete Senesi. La sua storia si intreccia con quella tragica di Enrico VII che nel 1313 fu avvelenato all’interno della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo risalente al 1100, mentre cercava di risolvere la diatriba tra ghibellini e guelfi. La facciata della chiesa è in mattoni rossi, come del resto quasi la totalità del pittoresco centro storico, che custodisce anche gioielli come il Palazzo Taja con la caratteristica balconata in ferro battuto al di sotto di una meridiana e il Museo di Arte Sacra, dove è conservata la Madonna con il Bambino di Duccio di Boninsegna.
Buonconvento
Oltrepassata Asciano, si raggiunge Trequanda, i cui primi abitanti furono proprio gli etruschi. Qui si può ammirare la Chiesa dei Santi Andrea e Pietro risalente al 1327, la sua facciata colpisce per la scacchiera realizzata in travertino e tufo: all’interno si può invece ammirare la Vergine col Bambino e i Santi realizzata da Bartolomeo da Miranda. Da vedere poi la Rocca di Trequanda, con tanto di mura merlate, mastio e giardino all’italiana tra le sue mura, per poi allontanarsi dal centro alla volta della settecentesca Torre del Molino, con le centinaia di nidi in terracotta realizzati sulle pareti per accogliere i colombi.
Chiesa dei Santi Andrea e Paolo
La nona tappa del Cammino d’Etruria porta alla splendida Pienza, il borgo progettato dai Piccolomini come città rinascimentale ideale. Il suo centro storico, dichiarato Patrimonio dell’UNESCO, è punteggiato di incantevoli edifici come il Duomo dell’Assunta affiancato dal campanile ottagonale e il vicino Palazzo Piccolomini dove Zeffirelli ha girato alcune scene del suo “Romeo e Giulietta” e che comprende un giardino pensile con vista mozzafiato sulla Val d’Orcia e sul Monte Amiata.
Palazzo Piccolomini – Wikipedia
Superata Chianciano Terme, punto d’arrivo della decima tappa, si raggiungono i borghi di Sarteano e di Chiusi che chiudono questa fantastica esperienza nell’antica Etruria.
A Sarteano, nel Palazzo Gabrielli, si trova un interessante Museo Civico Archeologico dove è stata ricostruita fedelmente la Tomba della Quadriga Infernale del IV a.C., con tanto di ciclo pittorico che narra il pensiero etrusco sull’aldilà.
Foto di blogcamminarenellastoria
Nella Valdichiana si trova infine Chiusi, una delle antiche città della Dodecapoli etrusca che ha raggiunto l’apice nel VI a.C. con il re Porsenna. A Chiusi si trova l’imperdibile Museo Nazionale Etrusco custode di reperti come urne, statuette votive, canopi e sarcofagi come quello in alabastro di Larth Sentinate Caesa proveniente dalla Necropoli di Poggio Renzo. Presso quest’ultima si possono visitare molti dei più tipici tumuli etruschi, in particolare la Tomba della Pellegrina di epoca ellenistica, la Tomba del Leone e quella della Scimmia.
Museo Archeologico Nazionale di Chiusi
Nella foto principale il borgo di Sarteano