E’ dal capoluogo lucano che partiamo alla volta di due tra i centri più belli della regione. Acerenza e Venosa sono borghi profondamente diversi tra loro ma entrambi molto affascinanti.

Situati nel nord della regione, terra di altopiani e vallate, continuo alternarsi di zone caratterizzate da fitta vegetazione, aree coltivate e ampie distese prative, ma anche zona costellata di minuscoli borghi spesso aggrappati ai poggi e addossati ad affascinanti manieri, cattedrali o chiese più piccole, e di cittadine talvolta adagiate sugli altopiani.

E’ una terra di centri minori, lontana dalle grandi aree metropolitane, così come lontano è il mare.

Acerenza compare davanti a noi su una rupe tufacea.

Acerenza

Ad oltre 800 metri d’altitudine è scenograficamente più apprezzabile per chi proviene dalla Puglia.

E’ infatti giungendovi da quest’ultima che si riesce ad ammirare al meglio la compattezza del borgo dominato dalla Cattedrale del XI secolo, gioiello architettonico del paese, situata nel cuore del fitto abitato. Autentico tesoro, va goduta lentamente senza tralasciarne i dettagli, osservandone l’esterno dalle tante angolazioni, talvolta provando addirittura ad allontanarsi per apprezzarne la bellezza dai vicoli che la avvolgono.

Marmi di età romana, colonnine di fattura greca e figure scolpite di lapidi funerarie sono il meglio che propone l’esterno.

Poi l’interno con i bassorilievi, le testine di scimmia alla base delle colonne, le antiche acquasantiere e gli affreschi. La straordinarietà di questo gioiello d’arte rinascimentale sono sicuramente i dettagli ma ancor più la sua singolare ubicazione, nel cuore dell’abitato dominante l’immensa distesa di campagne. Lasciata la Cattedrale è d’obbligo lasciarsi guidare dal groviglio di vicoli popolati dai numerosi palazzi seicenteschi impreziositi da sculture e stemmi delle antiche famiglie acheruntine. Ci concediamo una sosta gastronomica concedendoci un piatto di fave e cicorie ed un assaggio di formaggi locali tra cui il caciocavallo e la burrata.

Seconda tappa dell’itinerario in terra lucana è Venosa, terra natia del poeta Quinto Orazio Flacco, situata su uno sperone di origine vulcanica.

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Caratterizzata da vari siti archeologici, straordinarie espressioni del succedersi delle svariate fasi culturali della città, presenta anche un interessante centro storico.

Tra porticati e vicoli lastricati è bello perdersi alla scoperta di qualche bottega artigiana o per l’acquisto di qualche specialità locale.

Da vedere il Museo Archeologico Nazionale, ubicato nell’imponente castello aragonese a pianta quadrata con quattro torri cilindriche alle estremità, dove sono esposti reperti che consentono di percorrere la storia dell’antica colonia romana Venusia.

Da vedere l’area archeologica che racchiude i resti monumentali tra cui l’impianto termale, i quartieri abitativi e l’anfiteatro. Tra gli angoli più suggestivi della città vi è la Chiesa Incompiuta del complesso dell’abbazia benedettina della Trinità, quella che doveva essere la Chiesa Nuova, finanziata a metà del 1100 dai Benedettini ma mai portata a termine da questi ultimi, costretti ad abbandonare Venosa a causa della soppressione del loro Monastero per volere di papa Bonifacio.

Anche Venosa propone tante prelibatezze alle quali rendiamo onore concedendoci Lagane e Ceci, le tipiche tagliatelle di grano duro, i tradizionali “U cutturidd”, carne d’agnello o pecora a pezzi in umido condita con pomodori, peperoncino piccante e lardo, e un assaggio di lampascioni fritti, tutti sapori straordinari delle terre lucane.