In Italia la ricchezza paesaggistica è straordinaria, in quanto si passa dalle vette più alte alle coste, passando per floride pianure e dolci colline punteggiate di vigneti. In questo scenario che sembra quasi un paradiso terrestre, non si possono non citare i calanchi, presenti un po’ in tutta Italia, lungo la catena appenninica, dal sud al nord Italia. Il paesaggio in questo caso non è lussureggiante e ricco di verdi alberi ma sostanzialmente arido, quasi lunare e fa da sfondo a borghi pittoreschi tutti da scoprire almeno una volta nella vita.

Cosa sono e dove vedere i calanchi in Italia

I calanchi sono formazioni geomorfologiche nate dall’erosione secolare della roccia argillosa da parte dell’acqua: appaiono come colline selvagge e affascinanti, prive o quasi di vegetazione, alle quali si alternano dirupi profondi. I calanchi sono presenti in quei territori caratterizzati da periodi piovosi, particolarmente ventosi e ricchi di fratture dove l’acqua si insinua facilmente.
Ci sono i calanchi romagnoli del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, che rappresentano uno dei fenomeni carsici più importanti di tutta Europa.
Altrettanto affascinanti sono quelli calabri nella zona di Rocca Imperiale, quelli siciliani di Caltagirone e i calanchi abruzzesi della Riserva Naturale dei Calanchi di Atri: questi ultimi sono punteggiati di pioppi bianchi, gladiolo selvatico e sambuco, mentre in cielo volano poiane, sparvieri e gheppi.
Come non ricordare poi i calanchi toscani delle Crete Senesi, punteggiati nelle zone più umide da salici e pioppi.
Nella Maremma Pisana sorge Volterra, il borgo che dall’alto domina una caratteristica valle di calanchi solcata dal fiume Cecina. Volterra è famosa per fare da sfondo alla saga dei vampiri di “Twilight” e del Palio del Cero, una delle rievocazioni storiche più antiche, risalente al 1398.
Anche il borgo di Castignano nelle Marche si affaccia su una valle di calanchi, tra la valle del Tedino e quella del Tronto: si tratta di un luogo scelto spesso dai templari come luogo di sosta nei loro viaggi verso la Terra Santa, apprezzato anche per la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo che custodisce all’interno uno splendido affresco del Giudizio Universale.

Calanchi di Atri
Calanchi di Atri

I calanchi della Basilicata e del Lazio

La Riserva di Montalbano Jonico è uno dei luoghi è più suggestivi d’Italia, con una fiabesca alternanza di calanchi e di macchia mediterranea: questo territorio, paradiso dei paleontologi per la presenza di fossili risalenti anche a 1.700.000 anni fa, ospita specie vegetali rarissime come l’atriplice, la canforata di Montpellier e lo sparto steppico. Il centro storico di Montalbano Jonico di origine arabo-normanno è chiamato Terra Vecchia ed è posizionato proprio sui calanchi, regalando una vista persino sulle vestigia di Pandosia ed Eraclea.
Questo caratteristico paesaggio lunare interessa anche borghi vicini come Tursi, città natale del poeta Pierro famosa per il suo incantevole rione Rabatana a picco sui precipizi jaramme.
Ci sono Aliano che ha ispirato “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi e che pare sia infestato dagli spiritelli dei Monachicchi, ma soprattutto Craco, il borgo fantasma che sembra sia stato letteralmente partorito dai calanchi: in seguito alla frana del 1963 il paese è stato abbandonato, restando cristallizzato nel tempo. Le finestre ora sono cieche e oscure, i vicoli sono silenti e diroccati, ma si scorgono ancora i resti della cupola in maiolica del campanile della Chiesa di San Nicola e l’abside della Chiesa di San Pietro Principe degli Apostoli.

Aliano
Aliano

Nel centro Italia, precisamente nel viterbese, c’è poi la Valle dei Calanchi, che include numerosi borghi tra i quali Civitella d’Agliano famoso per il Vino Grechetto, Graffignano col suo bel Castello Baglioni Santacroce e Castiglione in Teverina dove spiccano la Collegiata di San Filippo del ‘600 e la Rocca dei Monaldeschi del XII secolo. Da vedere assolutamente poi Celleno Antico, un borgo fantasma che ha preservato il suo aspetto medioevale, con i suoi edifici in basalto alternati a case in tufo.
Da Lubriano poi si gode una delle più belle viste sui calanchi e sulla perla della Valle dei Calanchi, Civita di Bagnoregio. Soprannominata “la città che muore” perché costruita su una rupe tufacea che si sta inesorabilmente sgretolando, il borgo è raggiungibile solo a piedi tramite un lungo ponte scenografico. Oltrepassata la tufacea Porta di Santa Maria di origine etrusca, si entra in un piccolo mondo con piazzette pittoresche, case medioevali e chiese antiche come la Cattedrale e la Chiesa di San Donato del V secolo. Da vedere poi la Grotta di San Bonaventura, oggi una suggestiva cappella sorta in quella che era una tomba etrusca.

Grotta di San Bonaventura